Letture della preghiera notturna dei certosini |
[Anno A] [Anno C] |
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Anno A
Settimana delle Ceneri
Dalle Lettere di Barsanufio e Giovanni di Gaza. Lettera 257. A Doroteo. Barsanuphe et Jean de Gaza, Correspondance. Solesme,1972,203‑204.
Fratello, ci sono alcuni poveri che il Signore ha chiamato beati, perché avevano rinunziato a tutti i loro possessi, cioè a tutte le passioni, e si erano spogliati di esse nel nome di lui: questi sono i veri poveri e possiedono la beatitudine. E vi sono altri poveri, che non possiedono alcun bene; il Signore li ha minacciati dicendo: Via, lontano da me, maledetti. Dunque, chi ha tali possessi e ne rimane gravato, li getti via da sé e stia senza sollecitudini. Così, se tu vuoi incominciare a far penitenza, impara da ciò che fece la peccatrice che lavò con le sue lacrime i piedi del Signore. Il pianto lava dai peccati; ma esso giunge con molta fatica, molta applicazione e perseveranza, e col pensiero del terribile giudizio e della vergogna eterna, e col rinnegamento di se stessi. Il Signore ce l'ha detto chiaro: Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Ora, rinnegare se stesso e prendere la propria croce, è tagliare in tutto la propria volontà e non avere nessuna stima di sé. Poiché dici che il tuo corpo è debole e non puoi far nulla, fa quello che puoi, riduci un poco il tuo cibo e la tua bevanda. Dio, infatti, ha accolto le tue monetine della vedova e ne ha gioito di più che di tutte le altre offerte. Esercitati nel diffidare di te steso e sarai salvo.
Dalle Lettere di Barsanufio e Giovanni di Gaza. lettere 258 e 259. A Doroteo. Barsanuphe et Jean de Gaza, Correspondance. Solesme, 1972,205. 206‑7.
Le lotte fanno che l'uomo sia provato; ed è proprio questa l'opera del monaco: sostenere le lotte e resistere con cuore coraggioso. Ma siccome tu ignori i suoi metodi, il diavolo ti fornisce pensieri di ignavia e ti scioglie il cuore. Tu però devi imparare che Dio non permette che ti sopravvenga una lotta o una prova superiore alle tue forze. Fratello, bada a te stesso con cautela, e lotta contro i pensieri per non essere negligente né vanaglorioso, e non affermare in nulla la tua volontà. Non accogliere i pensieri che vengono seminati in te con la pretesa di giustificarti, perché cadrai con una grande rovina. Stà certo che in qualsiasi posto tu vada, da un'estremità all'altra della terra, tu non sarai aiutato come qui; e come l'ancora per la nave, così sarà per te la preghiera dei padri che sono qui. Acquista fermezza e caccia da te quella sicurezza di sé che produce tutti i mali nell'uomo. Sii libero da ogni sollecitudine e allora sarai completamente libero per Dio; muori ad ogni uomo è il vivere da stranieri. Tienti alla disistima di te stesso e troverai il tuo pensiero imperturbato. Non stimarti come uno che fa qualcosa di bene, e ti sarà custodito sano il tuo compenso. In tutte queste cose ricordati che non passerai molto tempo nel corpo e affrettati a poter dire con franchezza, in quell’ora: Sono pronto e non turbato. Fratello, senza fatica non è possibile vivere; senza combattimento nessuno riceve la corona. Lotta per essere salvato combattendo e Dio ti aiuterà, lui, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Egli abbia misericordia di te, figliolo, perché tu intraprenda con slancio la tua opera.
Tempo di Quaresima
T E M P O D I Q U A R E S I M A
La lettura del mercoledì inquadra il significato del tempo liturgico della quaresima. Quelle dei tre giorni successivi commentano il vangelo del giorno.
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Mercoledì delle Ceneri
Lo scopo della sobrietà
Dai "Capitoli di sobrietà" di Filoteo il sinaita. Quaranta capitoli di sobrietà,1,27. Filocalia Torino,1983, vol. 2°, 398.409‑410. Firenze,1981,t.2°,63.71.
Si dà in noi una guerra spirituale più ardua di quella visibile. Chi e impegnato nella ricerca della santità bisogna che corra e persegua questo scopo nel suo spirito: mettere perfettamente in serbo nel cuore il ricordo di Dio, come perla o pietra preziosa. E tutto bisogna trascurare, anche il corpo, e non tenere alla vita presente, per acquisire nel cuore Dio solo. In chi ben conduce l'opera della sobrietà o e sollecito nel ben condurla con cuore puro, si dispiega come un cielo spirituale con sole, luna e stelle; nella contemplazione e nell'ascesa mistica egli diviene spazio del Dio che nulla può racchiudere.Chi ama la virtù divina, decida dunque di trasferire le parole in opere, mediante l'aiuto di Dio e con tutto lo slancio di cui è capace. Se trattiene con una certa violenza i suoi sensi, dai quali sa che l'anima patisce danno, rende più leggera la lotta e la guerra del cuore. Respingi tutti i nemici esterni con alcuni accorgimenti e combatti i pensieri che essi generano dentro, valendoti di immateriali arti divine. Scaccia i pensieri con la fatica delle veglie; sii temperante nei cibi e nel bere, assottiglia il corpo per renderti facilmente leggera la guerra del cuore, beneficando così te stesso e non un altro. E soccorri l'anima con la considerazione della morte; raccogli il tuo intelletto disperso col ricordo di Gesù Cristo. L'intelletto, soprattutto di notte, e solito rasserenarsi con le luminose contemplazioni di Dio e delle realtà divine.
80
Giovedì dopo le Ceneri
La forza dell'orazione
Dai Detti dei Padri del deserto. PG 40, 1264. Nau, 592/43. Nau 524. Nau 96. Detti e fatti dei Padri del deserto, Milano,1975,37‑39. Detti inediti dei Padri del deserto,Bose, 1986,242.209.
L' abate Evagrio diceva: "Se ti vien meno il coraggio, prega. Prega con timore e tremore, con ardore, sobrietà e vigilanza. Così bisogna pregare, soprattutto a motivo dei nostri nemici invisibili che sono malvagi e accurati nel male, perché principalmente su questo punto ci porranno ostacoli. Quando ti alzi, dopo aver dormito, subito, per prima cosa, la tua bocca renda gloria a Dio. Dovrà intonare inni e salmi perché lo spirito continua a macinare per tutto il giorno come una mola il primo pensiero al quale si e attaccato fin dall'aurora, sia si tratti di grano che di zizzania. Per questo devi essere sempre il primo a gettare il grano, prima che il tuo nemico semini la zizzania". Un fratello si reco presso un anziano che abitava sul monte Sinai e gli domandò: "Padre, dimmi in che modo si deve pregare, perché ho molto irritato Dio". L'anziano gli disse: "Figliolo, io quando prego dico così: Signore, concedimi di servirti come ho servito Satana e concedimi di amarti come ho amato il peccato". Gli anziani dicevano: "Specchio del monaco è la preghiera .
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Venerdì dopo le Ceneri
Nascondi le tue buone opere
Da “Il libro della perfezione” di Martirio Sahdona. Livre de la perfection, p.II, cap.10,nn.20.51‑60. CSCO,253,54.64.
Guai alla giustizia che l'orgoglio accompagna come uno spirito maligno. Guai alle opere che la vanità rode peggio del tarlo. Guai alle buone azioni e agli atteggiamenti in cui s'infiltra ‑la vanagloria che poi se ne impadronisce. Con sfrontatezza da delinquente, essa ne fa una gran pubblicità sbandierandole come dall'alto dei tetti. È preferibile peccato con umiltà che giustizia con orgoglio; l'umiltà può cancellare i peccati e toglierne definitivamente la macchia, mentre l'orgoglio può annullare la giustizia e cancellarne ogni traccia. Quanto a te, dissimula il più possibile le tue opere davanti agli altri. Raccogli e nascondi quello che fai, radunalo in casa tua, perché il vento degli elogi non lo disperda. Seppellisci i tuoi tesori in fondo al cuore, perché non siano volatizzati dalla lode. Anzi, non lasciarli neppure lì, per tema che la memoria, pungolata dall'orgoglio, vada a riesumarli. Spediscili in cielo, presso il loro vero padrone che te li conserverà al sicuro. Anche il tuo cuore dimori lassù, vicino ai tuoi tesori, perché la Scrittura ci insegna che dove è il nostro tesoro, là e anche il nostro cuore.' Tuttavia, lassù non rimanere a fissare i tuoi beni, ma contempla il tuo Signore. Cf. Mt 6,21
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Sabato dopo le Ceneri
Preghiera nel segreto
Dalla Vita di san Gregorio di Tessalonica.1 Opuscoli in neoellenico.Filocalia,Torino,1987,vol.4°,525-526.
Tu quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto. "Camera" dell'anima è il corpo; nostre "porte" sono i cinque sensi; l'anima entra nella sua camera quando l'intelletto non si aggira più qua e là tra le cose del mondo, ma si trova al centro del cuore. E i nostri sensi si chiudono e restano serrati, quando non li lasciamo aderire alle cose sensibili e visibili. In questo modo l'intelletto rimane libero da qualsiasi attaccamento mondano e con la segreta preghiera si unisce a Dio suo Padre, per cui è detto: Il Padre tuo, che vede nel segreto ti, ricompenserà. Dio, che conosce le cose segrete, vede la tua preghiera e la ricompensa con manifesti e grandi carismi. Questa preghiera dell'intelletto C la vera e perfetta preghiera; essa riempie l'anima della divina grazia e dei carismi dello Spirito come il profumo che quanto più lo chiudi in un vaso tanto più lo riempie di olezzo. Così e anche per la preghiera: quanto più la serri nel cuore, tanto più riempi questo della divina grazia. Beati e felici sono coloro che sono abituati a questa opera celeste, perché con essa vincono ogni tentazione, come Davide vinse il superbo Golia. Con questa opera della preghiera intellettuale estinguono le concupiscenze sregolate, come i tre fanciulli estinsero la fiamma della fornace, e sedano le passioni, come Daniele domò i selvaggi leoni. Con essa fanno scendere la rugiada dello Spirito Santo nel cuore, come Elia fece scendere la pioggia sul Carmelo. Questa preghiera dell'intelletto è ciò che ascende sino al trono di Dio e viene conservata in ampolle d'oro per incensare con essa il Signore.
Anno C
(lunedì e martedì della settimana
delle ceneri) Redenzione 74 Lunedì Essere
illuminati dal Redentore Dal
"Commento alla Genesi" di Origene. Hom. 1,7. S Ch 7. Occorre che
quelli che sono ciechi seguano Cristo dicendo ed esclamando: Gesù.. figlio di Davide, abbi pietà di me! (Lc 18,39) Allora,
ricevendo da lui la vista, potranno in seguito essere irradiati dallo
splendore della sua luce. Ma non tutti
quelli che vedono sono illuminati da Cristo in modo uguale; ognuno
lo è secondo la misura con cui è capace di ricevere la forza della
luce. Gli occhi del corpo non sono illuminati in modo uguale dal sole;
quanto più uno infatti sale in alto e contempla il sorgere del sole
da un osservatorio più elevato, tanto più riceverà lucentezza e
calore; così anche l'anima, quanto più in alto e in modo sublime si
sarà avvicinata a Cristo, con più magnificenza e chiarezza sarà
illuminata dalla luce divina. Ci
possiamo accostare a Cristo come le folle che egli ristorò con le
parabole, per non venir meno per via a motivo dei molti digiuni.
Possiamo anche sedere ai suoi piedi sempre e continuamente, liberi per
ascoltare la sua parola, in nulla inquietandoci per un servizio
molteplice, ma scegliendo quella parte migliore che non ci sarà
tolta. E' certo che coloro che si accostano così a Cristo, ottengono
molto di più della sua luce. Se poi come gli apostoli non ci
allontaniamo affatto dal Signore, ma restiamo sempre con lui, in tutte
le sue tribolazioni, allora in segreto egli ci spiega e chiarisce
quello che ha detto alle folle; ci illumina in modo ben più
esplicito. Se poi uno è tale che può salire con Cristo sul monte,
come Pietro, Giacomo e Giovanni, costui sarà illuminato non solo
dalla luce del Verbo Incarnato, ma anche dalla voce del Padre suo. 75 Martedì La
preghiera di Gesù Dal
"Discorso" di Filemone abate. FG2°,360. Va', sii
sobrio nel tuo cuore e di' sobriamente nella tua mente con timore e
tremore: Signore Gesù Cristo, pietà di me. Abbi sempre questo nel
tuo intimo: sia che tu mangi, sia che tu beva, sia che ti trovi in
compagnia di qualcuno, sia fuori di cella sia per strada, non ti
scordare di far questa preghiera con mente sobria e intelletto
stabile. E anche sforzati di salmodiare e meditare preghiere e salmi.
Ma anche quando sei pungolato da una necessità, non sia pigro il tuo
intelletto nel meditare segretamente e nel pregare. Così potrai
comprendere la profondità della divina Scrittura e della potenza che
vi è celata; così sarai in grado di dare all'intelletto una
incessante operosità. per adempiere il detto apostolico che prescrive
ad ognuno: Pregate
incessantemente (1 Ts 5,17).
Fa' attenzione, dunque con cura e custodisci il cuore, che non
accolga cattivi pensieri, o, in qualche modo, vani e inutili; ma
sempre prega come ti ho detto. Chi si unisce così a Cristo e si
dedica all'esichia, rinunciando al mondo custodisce l'immagine e
arricchisce la somiglianza divina, riceve infatti dall'alto, da Dio
stesso, l'abbondanza dello Spirito e diviene tempio del Signore e non
dei demòni; e sa compiere opere giuste per Dio. E l'anima purificata
dalla vita del mondo e libera da ogni impurità, senza macchia né
ruga, cingerà la corona della giustizia, risplendendo per la bellezza
della virtù.
76 Mercoledì
delle Ceneri Dai
"Capitoli di sobrietà" di Filoteo il sinaita. Nn.1.27.
FG 2°,398.409s. Sì
dà in noi una guerra spirituale più ardua di quella visibile;
bisogna che l'operatore di santità corra e persegua lo scopo nel suo
spirito, così da mettere perfettamente in serbo nel cuore il ricordo
di Dio, come perla o pietra preziosa. E tutto bisogna trascurare,
anche il corpo, e non tenere alla vita presente, per acquisire nel
cuore Dio solo. Infatti, il cielo spirituale di chi ben conduce la
sobrietà o è sollecito nel ben condurla con cuore puro, è stato
preparato con sole, luna e stelle, e diviene spazio del Dio che nulla
può contenere, nella contemplazione e nell'ascesa mistica. Chi dunque
ha amore della virtù divina, decida di trasferire le parole in opere,
mediante l'aiuto di Dio e il suo slancio. Trattenendo con una certa
violenza i suoi sensi, dai quali sa che l'anima patisce danno, rende
in tutto più leggera la lotta e la guerra del cuore. Respingi
tutti i nemici esterni con alcuni accorgimenti e combatti i pensieri
che essi generano dentro, con immateriali arti divine. Scaccia i
pensieri con la fatica delle veglie; sii temperante nei cibi e nelle
bevande, assottiglia il corpo per renderti facilmente leggera la
guerra del cuore, beneficando te stesso e non un altro. E soccorri
l'anima con la considerazione della morte; raccogli il tuo intelletto
disperso col ricordo di Gesù Cristo. L'intelletto infatti,
soprattutto di notte, è solito rasserenarsi con le luminose
contemplazioni di Dio e delle realtà divine. 77 Giovedì
dopo le Ceneri La
forza dell'orazione Dai
"Detti" dei Padri dei deserto. PG40,1264.Nau,592/43.Nau
524. Rusconi,pp.37-39. L'abate
Evagrio diceva: Se ti vien meno il coraggio, prega. Prega con timore e
tremore, con ardore sobrietà e vigilanza. Così bisogna pregare,
soprattutto a motivo dei nostri nemici invisibili che sono malvagi e
accurati nel male, perché principalmente su questo punto essi ci
porranno ostacoli. Diceva
anche: Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la
tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi, poiché la
prima preoccupazione alla quale lo spirito si afferra fin dall'aurora,
continuerà a macinarla per tutto il giorno, come una mola, si tratti
di grano o di zizzania. Perciò sii il primo a gettare grano, prima
che il tuo nemico getti zizzania. Un
fratello si recò presso un anziano e gli domandò: Padre,
dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio. L'anziano
gli disse: Figliolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami
di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il
peccato. Gli
anziani dicevano: La preghiera è lo specchio del monaco. 78 Venerdì
dopo le Ceneri Nascondi
le tue buone opere Dal
«Libro della perfezione" di Martirio il siro. 2a.p.Cap.10,n.20,51-60.
CSCO,253,54ss. Guai
alla giustizia che l'orgoglio accompagna come un demonio, oppure ai
lavori a cui la vanità si appiccica come un tarlo roditore. Guai alle
buone opere e al comportamento che la vana gloria impregna e rapisce
come un pericoloso malfattore, ostentandole come sulla punta della
lancia o la cima dei tetti, e proclamandole ben forte davanti a
chiunque. Infatti
è meglio peccato con umiltà che giustizia con orgoglio; l'umiltà può
cancellare i peccati e toglierne definitivamente la macchia, mentre
l'orgoglio può annullare la giustizia e asportarne completamente il
ricordo. Quanto
a te, dissimula il più possibile le tue opere davanti allo sguardo
dell'uomo; raduna e nascondi le tue realizzazioni, ammucchiale in casa
tua, perché non siano dissipate dagli elogi. Sotterra i tuoi tesori
in fondo alla terra del tuo cuore, perché non siano volatilizzati
dalla lode. Anzi,
non lasciarli neppure lì, per tema che il ricordo vada a
dissotterrarli attraverso l'orgoglio, ma piuttosto spediscili in
cielo, presso il loro vero padrone; così saranno conservati senza
pericolo accanto a lui. Anche il cuore dimori lassù, vicino ai tuoi
tesori, perché la Scrittura ci insegna che dove è il nostro tesoro là
è anche il nostro cuore(Cf
Lc 12,34). E lassù
tu non dovrai star a guardare i tuoi beni, ma contemplerai il tuo
Signore. 79 Sabato
dopo le Ceneri Preghiera
nel segreto Dagli
Opuscoli in neoellenico di Gregorio il sinaita. Tu quando preghi entra nella
tua camera, e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto.
(Mt 6,6)
'Camera'
dell'anima è il corpo; nostre 'porte' sono i cinque sensi; l'anima
entra nella sua camera quando l'intelletto non si aggira più qua e là
tra le cose del mondo,ma si trova nel nostro cuore; e i nostri sensi
si chiudono e restano serrati, quando non li lasciamo aderire alle
cose sensibili e visibili. In questo modo l'intelletto rimane libero
da qualsiasi attaccamento mondano e con la segreta preghiera si unisce
a Dio suo Padre e allora, è detto il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà (Mt
6,6)
. Dio che conosce
le cose segrete vede la tua preghiera e la ricompensa con manifesti e
grandi carismi. Poiché questa è la vera e perfetta preghiera, questa
riempie l'anima della divina grazia e dei carismi dello Spirito come
il profumo che quanto più lo chiudi in un vaso tanto più lo riempie
di olezzo; così è anche per la preghiera: quanto più la serri nel
cuore, tanto più riempi questo della divina grazia. Beati
e felici sono coloro che si son abituati a questa opera celeste, perché
con essa vincono ogni tentazione, come Davide vinse il superbo Golia;
con questa opera della preghiera intellettuale estinguono le
concupiscenze sregolate, come i tre fanciulli estinsero la fiamma
della fornace, e sedano le passioni, come Daniele domò i selvaggi
leoni. Con essa fanno scendere la rugiada dello Spirito Santo nel
cuore, come Ella fece scendere la pioggia sul Carmelo. Questa
preghiera dell'intelletto è ciò che ascende sino al trono di Dio e
viene conservata in ampolle d'oro per incensare con essa il Signore. |
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