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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno A

 

Terza settimana di Quaresima

 

 L'acqua che rigenera

 

Nell'opera della nostra purificazione, la parte che spetta all'uomo è imitare l'umiltà di Cristo (95) e attendere dal Padre la guarigione delle proprie ferite, aderendo alla volontà divina senza ripiegamenti sull'io (97).

Invochiamo il nome di Gesù e la sua misericordia ci purificherà, rimettendoci i peccati (98. 99).

Attingiamo alla fonte inesauribile della Parola divina (96) e, a suo tempo, un'acqua viva zampillerà dal nostro cuore (100).

 

 

95

 

Lunedì

 

Dai Discorsi di Guerrico d’Igny.

De Epiphania, IV,4.7. SC 166,296.302.304.

 

Potrei disperare di essere purificato di nuovo se tra le consolazioni che mi offre la Scrittura, il consiglio sicuro di Elisco non mi desse un barlume di speranza, quand'anche fossi ricoperto di lebbra da capo a piedi, come Naaman il siro. Và, bagnati sette volte nel Giordano Eliseo sapeva di certo che l'umiltà di Cristo, da imitare per essere perfettamente purificati, doveva avere sette effetti: l'estrema povertà della stalla, la sottomissione a sua madre e anche a Giovanni che lo battezzò; la sopportazione perfino di un discepolo ladro e traditore, l'esercizio della mitezza di fronte al giudice iniquo e, infine, il farsi intercessore presso il Padre in favore dei suoi carnefici.

Tu metterai i tuoi passi su e orme Cristo e lo seguirai amando la povertà, scegliendo l'ultimo posto tra i poveri, sottomettendoti alla regola del monastero; accetterai di avere per superiore uno più giovane di te, e sarai tollerante con equanimità verso i falsi fratelli, trionfando sulle critiche con la dolcezza e rispondendo con amore a chi ti farà soffrire ingiustamente.

Sì, una tale umiltà apre i cieli e dona lo spirito di adozione. Il Padre riconosce il figlio suo, rigenerato dall'innocenza e dalla purezza come di fanciullo. Infatti la Scrittura menziona che la carne di Naaman divenne simile a quella di un giovinetto.

 

96

Martedì

 

Dal Commento sul Diatessaron di sant'Efrem il siro.

Diatessaron, I,18‑19. SC 121,52‑53.

 

Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono a una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano.

Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.

Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che ha trovato. Si renda piuttosto conto che non e stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre.

Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per l'immensità di essa.

Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. È meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte.

Se la tua sete e spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura.

 

97

 

Mercoledì

 

Dai Discorsi di san Bernardo.

Sermo V,5 de diversis. PL 183,556.

 

Fratelli, cerchiamo in ogni modo di riconoscerci come realmente siamo agli occhi della misericordia divina, dicendo: Guariscimi, Signore, e io sarò guarito, salvami e io sarò salvato.

Quando l'occhio del cuore si e schiarito alla luce di questa preghiera, rigettiamo l'amarezza che vuole entrare nel nostro spirito, e apriamoci piuttosto alla grande gioia che sta nel riposare sullo Spirito di Dio. Più che la volontà di Dio, qual è in noi, contempliamo la volontà di Dio in se stessa. Infatti nella volontà di Dio si trova la vita. Ciò che combacia con la sua volontà e senz'altro per noi più utile e più rispondente alla nostra situazione.

Quando ormai abbiamo fatto qualche progresso nella vita spirituale sotto la guida dello Spirito Santo che scruta anche le profondità di Dio, usciamo da noi ed entriamo in lui che e tanto buono.

In questi due atteggiamenti si esprime tutto il nostro cammino spirituale. Dobbiamo guardare noi stessi e dolerci dei nostri peccati in ordine alla salvezza. Ma dobbiamo anche guardare Dio, respirare in lui per avere la gioia e la consolazione dello Spirito Santo. Da una parte ci verrà il timore e l'umiltà, dall'altra la speranza e l'amore.

  

 

98

 

Giovedì

 

Dai Detti dei Padri del deserto.

Nau 540. Pascasio 38,1. Nau 572.592/30. Detti e fatti dei Padri del deserto, Mi1ano,1975,169.172.

 

Un anziano disse: "Ogni buona opera che fa l'uomo e fuori del cor‑po mentre colui che piange purifica la sua anima e il suo corpo; poiché le lacrime, venendo dall'alto, lavano tutto il corpo e lo santificano".

Un fratello domandò ad Antonio: "Che cosa devo fare per i miei peccati?". ‑ "Chi vuol essere liberato dai peccati”, rispose il vegliardo, “Io sarà con i lamenti e le lacrime; chi vuole progredire nell'edificazione della virtù progredirà con i pianti e le lacrime".

Un anziano ha detto: "Colui che, seduto nella sua cella, medita i salmi, somiglia a un uomo che cerchi un re. Ma chi prega senza soste, assomiglia a un uomo che può parlare al re. Quanto a quello che supplica con lacrime, egli tiene i piedi del re e ne invoca la pietà, come fece la cortigiana che in pochi attimi lavò con le lacrime tutti i suoi peccati. Se non hai compunzione, sappi che hai o la vanagloria o l'attaccamento al piacere; perché e questo che impedisce all'anima di essere toccata dalla compunzione".

 

99

 

Venerdì

 

Dal Discorso ascetico di Giovanni Carpazio.

Supplemento al discorso ascetico. Filocalia,Torino,1982, vol.1°,431.

 

Osserva come uno che si sia spalmato le mani di pece poi se le pulisca con un po' d'olio. Molto più tu puoi essere purificato per la misericordia di Dio. Come a te non è difficile lavare il tuo vestito, tanto più e facile per il Signore lavare te da ogni macchia, anche se, com'è naturale, la tentazione ti sopravviene necessariamente ogni giorno.

Perché quando tu dici al Signore: "Ho peccato" ti è data una risposta: Ti sono rimessi i tuoi peccati. Io son colui che cancella e non ricorderò  più. Quanto dista l'oriente dall'occidente, ti dice il Salvatore, ho allontanato da te i tuoi peccati,' e come un padre ha pietà dei figli, io ho pietà di te.

Soltanto, tu non separarti, non fuggire da colui che ti ha scelto per salmeggiare e pregare. Rimani attaccato a lui durante tutta la vita, sia abbandonandoti con pura fiducia, sia confessandolo coraggiosamente con santa audacia.

Dio stesso ti ascolterà e ti purificherà nel suo amore. Chi potrà allora condannarci? Se invochiamo il nome del Signore Gesù, la nostra coscienza viene agevolmente purificata e nulla ci distingue dai profeti e dagli altri santi. Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi.

Viviamo perciò insieme con Cristo, sia quando vegliamo nella virtù sia quando sonnecchiamo in certi difetti. Guardando a lui con grandi gemiti e continui lamenti, aspiriamo a lui.

 

 

100

 

Sabato

 

Dai Capitoli sulla preghiera di Callisto patriarca.

Nn.4,6‑8. Filocalia,Torino,1987,vol.4',287.288.

 

Se non chiudiamo i sensi del corpo non scaturirà in noi l'acqua zampillante che il Signore ha donato alla Samaritana. Ella, cercando l'acqua sensibile, ha trovato l'acqua della vita zampillante dentro di sé.

Come la terra possiede per natura l'acqua e la fa fluire,

così la terra del cuore possiede per natura l'acqua zampillante cosi te e fluente, come la luce del Padre dei cieli che Adamo perdette a motivo della disobbedienza.

L'acqua, emessa da una fonte, riempie la fontana; e qui l'acqua che zampilla dal cuore, sotto la continua mozione dello Spirito, rende l'uomo interiore colmo di divina rugiada e di Spirito, mentre trasforma in fuoco l'uomo esteriore.

Un intelletto purificato dalle realtà esterne e che ha totalmente sottomesso i sensi con la pratica delle virtù, rimane immobile come l'asse della volta celeste. Esso guarda, come a suo centro, alle profondità del cuore.

Però, nessuno di coloro che non sono ancora iniziati e hanno bisogno di latte, udendo questo, osi toccare qualcuna di queste realtà loro interdette, quando ancora non ne è il tempo.

 

 

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

 

Anno C

 

Terza settimana di Quaresima

 

L'acqua che purifica

 

 

92

Lunedì

 

 

Dai "Discorsi" di Guerrico d'Igny.

IV S.Epiph. S Ch 166,297. 303-304.

 

Potrei disperare di essere di nuovo purificato se tra le varie consolazioni che mi offre la Scrittura, il consiglio sicuro di Eliseo non mi desse un barlume di speranza, quand'anche fossi ricoperto di lebbra da capo a piedi, come Naaman il siro: Va, bagnati sette volte nel Giordano. (2 Re 5,10) Eliseo sapeva di certo che l'umiltà di Cristo, che dobbiamo imitare per essere perfettamente purificati, doveva avere sette effetti: l'estrema povertà della stalla, la sottomissione a sua madre, e anche a Giovanni che lo battezzò; sopportare persino un discepolo ladro e traditore, restare mite di fronte al giudice iniquo e, infine, farsi intercessore presso il Padre a favore dei suoi carnefici.

Tu metterai i tuoi passi sulle orme di Cristo e lo seguirai amando la povertà, scegliendo l'ultimo posto tra i poveri, sottomettendoti alla regola del monastero; accetterai di avere per superiore uno più giovane di te, e sarai tollerante con equanimità verso i falsi fratelli, trionfando sulle critiche con la dolcezza e rispondendo con amore a chi ti farà soffrire ingiustamente. Sì, una tale umiltà apre i cieli e dona lo spirito di adozione. Il Padre riconosce il figlio suo, rigenerato dall'innocenza e con la purezza di un fanciullo. Infatti la Scrittura menziona che la carne di Naaman divenne come quella di un giovanetto.

 

93

 Martedì

 

Dalle "Cento considerazioni sulla fede" di Diadoco di Fotica.

Nn.88.97. Pt  Phil. Gouillard,p.68.

 

Se cominciamo con fervido zelo a osservare i comandamenti di Dio, la grazia, illuminando tutte le nostre facoltà percettive per via di un profondo senso spirituale, diventa fuoco distruttore dei nostri pensieri malvagi; penetrandoci in cuore con una pace di inalterabile amicizia ci prepara a pensare secondo lo spirito e non secondo la carne. Questo accade assai di continuo a coloro che si avvicinano alla perfezione e hanno in cuore un incessante ricordo del Signore Gesù. Sia questo il suo unico esercizio e la sua pratica costante. Chi infatti vuol disfarsi del proprio marciume non deve talora pregare e talaltra no, ma rimanere sempre in orazione con spirito vigile anche se sta fuori della casa di preghiera.

Chi purifica l'oro, se lascia anche per un attimo smorzare il fuoco del crogiolo, fa solidificare di nuovo il minerale; così chi talora si ricorda di Dio e talaltra no, interrompendo la preghiera, perde tutto ciò che credeva di aver acquistato con essa.

E' proprio di un uomo amante della virtù distruggere continuamente col ricordo di Dio ciò che di terreno ha nel cuore, perché così ‑ venendo a poco a poco consumato il male dal fuoco del ricordo del bene ‑ l'anima ritorni al suo fulgore naturale, perfettamente e con una gloria più grande.

 

 

94

Mercoledì

 

Dai "Sermoni" di san Bernardo.

Sermo V De div. PL 183,556.

 

Fratelli, non indugiamo ad esporre tutta la nostra miseria davanti agli occhi del Signore dicendo: Guariscimi, e sarò guarito, salvami e sarò salvato (Ger 17,14). Quando con questi pensieri, l'occhio del cuore si è purificato, non viviamo più in noi stessi, nell'amarezza del rimorso, ma nello Spirito di Dio, colmi della sua gioia.

E non ci chiediamo più quale sia la volontà di Dio su di noi, ma la cerchiamo per sé stessa. E poiché Dio vuole la vita, non abbiamo più dubbi: conformarci alla sua volontà è davvero per noi la cosa più utile e giusta. Poi, quando ci saremo inoltrati nel cammino dell'ascesi sotto la guida dello Spirito, che vede tutta la profondità dell'abisso di Dio, fermiamoci a pensare alla dolcezza e alla bontà del Signore.

In questi due atteggiamenti si esprime tutto il nostro cammino spirituale: quando pensiamo a noi stessi, ci turbiamo e ci rattristiamo, quasi disperando della nostra salvezza. Invece, quando pensiamo a Dio, ci sentiamo confortati, perché la gioia dello Spirito Santo è anche nostra. Restando in noi stessi, non possiamo vivere se non nel timore della condizione servile, mentre incontrando Dio riceviamo la speranza e la carità.

 

 

95

Giovedì

 

Dai “Detti” dei Padri dei deserto.

Rusconi,pp. 169,172. (Nau540.Pascasio 38,1.Nau 572. 592/30)

 

Un anziano disse: Ogni buona opera che fa l'uomo è fuori del corpo mentre colui che piange purifica la sua anima e il suo corpo; poiché le lacrime, venendo dall'alto lavano tutto il corpo e lo santificano.

Un fratello domandò ad Antonio: Che cosa devo fare per i miei peccati? ‑ Chi vuol essere liberato dai peccati, rispose il vegliardo, lo sarà con i lamenti e le lacrime; chi vuol progredire nell'edificazione della virtù progredirà con i pianti e le lacrime.

Un anziano ha detto: Colui che, seduto nella sua cella, medita i salmi, somiglia a un uomo che cerchi un re, ma chi prega senza soste, assomiglia a un uomo che può parlare al re. Quanto a quello che supplica con lacrime, egli tiene i piedi del re e ne invoca pietà, come fece la cortigiana che in pochi attimi lavò con le lacrime tutti i suoi peccati. Se non hai compunzione, sappi che hai o la vanagloria o l'attaccamento al piacere; perché è questo che impedisce all'anima di essere toccata dalla compunzione. (Nau540.Pascasio 38,1.Nau 572. 592/30)

 

96

Venerdì

 

Dalle "Cento considerazioni sulla fede" di Diacono di Fotica.

N. 28. Op. cit. p.42.

 

Purificare lo sguardo dell'anima è opera soltanto dello Spirito Santo; se infatti non entra il forte a spogliare il ladro (Cf Mt 12,25) la preda non sarà mai recuperata. Dobbiamo dunque cooperare con ogni mezzo, e specialmente con la pace dell'anima, a che lo Spirito Santo abiti in noi nella quiete, per avere la lampada della scienza continuamente accesa in noi.

Se essa brilla senza interruzione nei tesori dell'anima, tutti quegli assalti aspri e tenebrosi dei demoni non soltanto sono chiari allo spirito, ma anche perdono molto del loro vigore, perché denunciati alla luce santa e gloriosa dello Spirito.

Per tale motivo l'Apostolo dice: Non spegnete lo Spirito (1 Ts 5,19). Vale a dire: Non rattristate con cattive azioni e cattivi pensieri la bontà dello Spirito Santo, per non essere privi di quella luce che difende.

Non che l'Essere eterno e vivificante si possa estinguere; quando si dice che noi lo rattristiamo significa che egli si allontana da noi nel senso che lascia il nostro spirito nell'oscurità senza la luce della conoscenza.

 

97

Sabato

 

Dai "Capitoli sulla preghiera" di Callisto patriarca.

Nn.4.6-8. FG 4* 287.

 

Se non chiudiamo i sensi del corpo non scaturirà in noi l'acqua zampillante che il Signore ha donato alla samaritana. Essa infatti, cercando l'acqua sensibile ha trovato l'acqua della vita zampillante dentro di sé. Come la terra possiede per natura l'acqua e la fa fluire, così la terra del cuore possiede per natura l'acqua zampillante e fluente, come la luce paterna che Adamo perdette a motivo della disobbedienza.

L'acqua emessa da una fonte, riempie la fontana; e qui l'acqua che zampilla dal cuore e che, per così dire, è senza posa mossa dallo Spirito, rende tutto l'uomo interiore colmo di divina rugiada e di Spirito, mentre rende di fuoco l'uomo esteriore. Un intelletto purificato dalle realtà esterne e che ha sottomesso i sensi interamente mediante la virtù pratica, rimane immobile come l'asse della volta celeste. Esso guarda, come a suo centro, alla profondità del cuore.

Però, nessuno di coloro che non sono ancora iniziati e hanno bisogno di latte, udendo questo, tocchi qualcuna di queste cose proibite quando ancora non ne è il tempo.

 

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