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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Ottava Domenica

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

16,19-31

 

Gesù diceva questa parabola: "C'era un uono ricco che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta".

 

Dal "Libro della perfezione" di Martirio Sahdona.

Livre de la Perfection, p.II, cap.11, §18-19. 21-25.  Œuvres, CSCO 253, Louvain, 1965, t.III, pp. 82-85.

 

     Soccorri Cristo nella persona dei suoi fratelli, tanto i grandi quanto i piccoli, perché alla fine della vita egli ti benedica e tu riceva in dono il regno preparato per te. Cristo allora ti verrà incontro raggiante e ti dirà: Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e tu mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere; ero forestiero e mi hai ospitato, nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato, carcerato e sei venuto a trovarmi. 

     Fa' dunque a lui qui in terra tutto il bene che puoi, perché egli lassù te ne sia grato. Egli accetta da te tutto quello che hai, senza esigere grandi cose; si accontenta persino di un bicchiere d'acqua fresca, promettendoti in cambio una ricompensa magnifica. Basta la buona volontà e sarà gradita secondo quello che uno possiede. Bada però di non donare in modo gretto e meschino, brontolando e di malumore: invece il tuo cuore sia magnanimo e traboccante di allegrezza. Benché tu sia un pover'uomo, accogli Cristo ed egli non si vergognerà di entrare in casa tua, se vede spaziosa la tua dimora interiore.

 

10

 

     Se tuo fratello è nudo, vestilo; se è malato, visitalo, se è carcerato e afflitto, ricordati di lui, come se tu fossi insieme in prigione. Compatisci la sua sofferenza, perché sei fatto della sua medesima pasta. Accomuna le sue necessità alle tue, sostieni la debolezza del suo corpo dolorante, addossati le sue infermità, servilo con premura nelle sue pene.

     Qualora tu non abbia un cibo nutriente o qualche medicamento da offrirgli, porgigli una buona parola, ridagli coraggio; fatti carico della sua sofferenza, piangi con lui, aiutalo con la preghiera, stagli vicino se è abbattuto. Sappi onorarlo, provvedendo con le tue mani a quanto gli necessita, affretta i passi per andarlo a trovare. In una parola: consola, conforta tuo fratello.

 

11

 

     Qualora tuo fratello soffra, non nel corpo ma nell'anima, va' a trovarlo, dato che le infermità spirituali sono più gravi di quelle fisiche. Hai qualche medicina efficace? Porgigliela. E in caso che a motivo della gravità del suo stato tu non possa offrirgli il farmaco direttamente, provvedi a ciò con furtiva abilità.

     E prega con più insistenza per lui, giacché dalla preghiera dipende la salute del corpo e dello spirito.  La preghiera fatta con fede salverà il malato, dice la Scrittura. E se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.120

     Se poi tuo fratello è affamato di cibo spirituable, offrigli il pane della Parola ispirata. Se arde di sapere, dissetalo con l'acqua della Sapienza. Se è spoglio di virtù, abbi compassione di colui che è della tua stessa carne.

     Stagli vicino, non lo trascurare, non abbandonarlo come se fosse uno sconosciuto, ma prenditi cura di lui come di un altro te stesso.

     Ricopri la sua nudità interiore col tuo mantello finché non gli avrai intessuto un abito completo mediante la spola delle tue parole affettuose e sollecite.

 

12

 

     Conforta dunque gli afflitti e visita chi è malato nel corpo o nello spirito, tu che abbondi in ricchezza e salute. Anche oggi, in essi si nasconde un povero Lazzaro, che gli angeli stanno per condurre nel seno di Abramo. Non lasciarlo fuori, da ricco crudele, perché le sue accuse non mutino l'indulgenza di Abramo in spietata severità contro di te, quando sarai in disgrazia.

     Condividi da generoso quel che possiedi, sia i beni del corpo, sia i beni dell'anima, senza trattare con alterigia uno, perché è diventato oggetto di vergogna: non sai come finirai tu stesso. Forse Dio e i suoi angeli lo hanno in maggiore stima di te, secondo quanto sta scritto: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

     Perciò non trascurare nessuno, te compreso, per "piccolo" che sia, ma fatti carico di tutti, dividendo i tuoi beni con chi è nel bisogno. Conforta il depresso con una buona parola e con la preghiera. Porta i pesi dei deboli, quasi fossi tu stesso per loro forza e vigore: piede per questo, mano per quello, occhio, bocca e così via. E sii anche pronto a offrire le spalle per portarli tutti. Siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno C

 

Tempo Ordinario

 

Ottava Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca

16,19‑31

 

Gesù diceva questa parabola:

"C'era un uomo ricco che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro,giaceva alla sua porta".

 

Dalle Opere di sant'Agostino.

Comm.in ps.85,3. PL 37,1083. Sermo 41,5. PL 38,250.

 

Quando dico che Dio non china il suo orecchio al ricco,non deducete, fratelli, che egli non esaudisca coloro che posseggono oro e argento, famiglia e proprietà. Non importa che costoro siano nati così o comunque occupino quella elevata posizione sociale; basta che si ricordino di ciò che dice a Timoteo l'Apostolo: Ai i ricchi di questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi. 1(1 Tm 6,17) possidenti, che non insuperbiscono, sono poveri davanti a Dio; e sui poveri, sui miseri,sui bisognosi Dio china il suo orecchio.

Essi sanno di non riporre la propria speranza nell'oro, nell'argento e neppure negli altri averi di cui sembrano per un momento abbondare. Basta perciò che la ricchezza non li precipiti in perdizione; basta che non sia loro di ostacolo, giacché un vero giovamento la ricchezza non arreca di certo.

Quando uno disprezza in cuor suo tutto quello di cui la superbia suole gonfiarsi, e un povero di Dio; a lui il Signore tende l'orecchio, perché conosce lo spasimo del suo cuore.

 

10

 

Il povero che giaceva coperto di piaghe alla porta dei ricco venne portato dagli angeli nel seno di Abramo. Invece il ricco, che indossava vesti di porpora e di bisso e ogni giorno banchettava lautamente, fu gettato all'inferno in mezzo ai tormenti. Così leggiamo e così crediamo.

Quel povero viene forse eletto dagli angeli in grazia della sua miseria? E quel ricco viene spedito al supplizio per colpa delle sue ricchezze? Cerchiamo di capire bene: nel povero è premiata l'umiltà, nel ricco è punita la superbia.Ecco in breve la prova che non le ricchezze, ma la superbia causa al ricco la condanna. Leggiamo che il povero fu sollevato nel seno di Abramo; ma la Scrittura ci dice che sulla terra il patriarca era molto ricco in bestiame, argento e oro.2(Gen 13,2) In che modo Abramo avrebbe potuto precede-

re il mendico tanto da accoglierlo nel suo seno, se la ricchezza getta a capofitto nei tormenti chi la possiede . Ora, pur in prosperosa agiatezza, Abramo è povero, umile,rispettoso e obbediente a ogni precetto divino. Sdegna le ricchezze al punto che accetta, per ordine del Signore, d'immolare suo figlio, a cui destinava tutti quegli averi.

 

11

 

Fratelli, imparate dagli esempi descritti a essere poveri davanti a Dio, che possediate qualcosa in questo mondo. sia che non abbiate nulla. Puoi incontrare infatti un mendicante che è superbo, come invece trovare un ricco che confessa i suoi peccati.

Dio si oppone al superbi, tanto se vestiti di seta, quanto se coperti di cenci; agli umili Invece dà la sua grazia, posseggano essi o no i beni di questo mondo.

Dio esplora l'intimo del cuore; è lì che scruta, è lì che valuta. Tu non vedi la bilancia di Dio, eppure i tuoi pensieri vi sono pesati.

Fa' attenzione: il salmista spiega perché la sua preghiera è esaudita, quando dice. Perché io sono povero e infelice.3(Sal 85,2) Esamina se tu sia misero e povero. Se non lo sei, non verrai esaudito. Qualsiasi cosa che in te o attorno a te potrebbe renderti presuntuoso, scagliala via. Tutta la tua speranza sia Dio: sentiti povero di lui, ed egli ti colmerà.

 

12

 

Il ricco del nostro vangelo rimane senza aiuti: terminati i piaceri del tempo, si ritrova fra le pene eterne. Non agì con giustizia. Ora gli tocca ascoltare: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita. Questa vita di cielo, dove vedi Lazzaro, non è per te. Durante la tua vita ricevesti i beni che avevi ritenuto tali: altri non ne credesti né sperasti. Ricevesti tutto in quell'esistenza che reputasti fosse l'unica, senza che mai tu pensassi a sperare o temere qualcosa di là da essa.

Lazzaro, invece, ricevette i mali senza ricevere insieme la sua porzione di beni. Essi tuttavia non gli andarono perduti.

Come la parabola non menziona i suoi beni, così non parla della sua vita. C'era infatti per lui un'altra vita, quella che sperava nel seno di Abramo; alla vita di quaggiù era morto, di quella morte di cui l'Apostolo dice: Voi siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio.

 

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