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Letture della preghiera notturna dei certosini

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Nozze di Cana  

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Dal vangelo secondo Giovanni.

                                

Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

 

Dai Discorsi di san Bernardo.

Dom. I post Oct.Epiph., sermo  II, 2.3.4.6.PL 183,158-161.

 

La festa di oggi celebra il miracolo che Gesù operò alle nozze di Cana. Questo suo primo miracolo è una storia meravigliosa, che racchiude un significato simbolico ancora più affascinante. L'acqua si mutò in vino per volere del Signore: grande manifestazione del potere di Dio. Ma il fatto è figura di una ben più eccellente trasformazione operata dalla destra dell'Altissimo.

Siamo tutti invitati alle nozze spirituali il cui sposo è Cristo Signore in persona, come cantiamo nel salmo: egli esce come sposo dalla stanza nuziale. E la sposa siamo proprio noi, anche se potrà sembrarvi incredibile che ad un tempo tutti insieme e ciascuno singolarmente siamo l'unica sposa di Cristo.

Tuttavia, fragili come siamo, quando avvertiremo che Dio ci ama appunto come la sposa è amata dallo sposo? Nel nostro caso la sposa è tanto inferiore al suo sposo: inferiore per nascita, per bellezza, per dignità. Eppure per questa etiope il Figlio dell'eterno Re è venuto da lontano; per unirla a sé come sposa non ha avuto paura di morire per lei.

 

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Da dove ti viene, o anima umana, una simile fortuna? Come hai meritato l'inestimabile gloria per cui sei diventa la sposa di colui che gli angeli stessi bramano di contemplare? Da dove attingi l'onore che sia tuo sposo colui del quale il sole e la luna ammirano la bellezza e al cui cenno muta l'universo? Che renderai al Signore per tutto quello di cui ti ha gratificata? Lui ti invita alla sua mensa, ti associa al suo trono, ti introduce nella camera nuziale, accogliendoti nel segreto della sua intimità.

Considera ora quali devono essere i tuoi sentimenti per Dio: quello che puoi aspettarti da lui e con quale amore devi contraccambiarlo, con quale effusione abbracciare chi ti ha tanto stimata, anzi ti ha resa così grande.  Dal suo costato ti ha ricreata quando per te si addormentò sulla croce e accettò il sonno della morte. Per te uscì dal seno del Padre e abbandonò la materna sinagoga, allo scopo che, aderendogli strettamente, tu possa formare uno solo spirito con lui.

 

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Sei ormai la sua promessa sposa e già si celebra il pranzo nuziale. Per la cena, egli si prepara nei cieli, nei tabernacoli eterni. Puoi mai supporre che lassù mancherà il vino?  Certamente no. Là saremo saziati dall'abbondanza della sua casa e ci disseteremo al torrente delle sue delizie. Per queste nozze è preparato il vino che allieta il cuore dell'uomo, vino che come un fiume impetuoso rallegra la città di Dio.

Un lungo cammino, però, ci rimane da percorrere, e allora quaggiù un pranzo ci è allestito, pur senza la dovizia e la sontuosità serbate per la cena eterna.  Perciò succede che il vino venga a mancare, voglio dire lo slancio del dono di sé e il fervore dell'amore. Quante volte, fratelli, ho ascoltato i vostri gemiti e i vostri lamenti al punto da dover supplicare la Madre della misericordia, perché suggerisca al suo Figlio pieno di bontà che il vino vi è venuto a mancare?

 

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Potete essere sicuri, fratelli, che se bussiamo alla porta del cuore di Maria, ella non deluderà le nostre attese, perché è piena di compassione, è la madre della misericordia. Si prese a cuore la situazione imbarazzante dei suoi ospiti. Tanto di più lo farà per noi se la invocheremo con fede viva. Le sono gradite le nostre nozze e la toccano molto di più di quelle di Cana, perché dal suo seno come dal talamo nuziale è uscito lo sposo celeste.

Questo primo convito è perciò davvero solo il pranzo di fidanzamento, non ancora il banchetto nuziale. Non pensiamo che saranno ancora necessari i vasi per le purificazioni, quando Cristo si farà comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile. Il tempo delle purificazioni è quello della vita terrena, in cui nessuno è senza macchia, neppure il bimbo appena nato. Ecco perché quaggiù la sposa necessita di abluzioni che la purifichino in modo da presentarsi splendente e immacolata per lo Sposo alle nozze eterne.

 

 

 

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Dal vangelo secondo Giovanni.     

 

Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.

Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

 

 

Omelia dai Trattati di sant'Agostino sul vangelo di Giovanni.

In Io,tr.VIII,1.3-4. PL 35,1450-1452.

 

Il miracolo di Cana non sorprende qualora si riconosca che fu Dio a compierlo. Colui che cambia in vino l'acqua di cui aveva fatto riempire quelle sei anfore, di anno in anno opera il medesimo miracolo in ogni ceppo di vite.

L'acqua versata dai servi al banchetto si trasforma in vino per l'azione del Signore, come l'acqua delle nubi che irriga la vite, diviene ogni anno vino grazie al medesimo Signore. Questo prodigio non ci sbalordisce, giacché si rinnova ogni estate: la regolarità con cui si ripete neutralizza la meraviglia, anche se è ancora più strepitoso di quello di Cana.

Osserva infatti le risorse che Dio dispiega nel reggere e governare questo mondo; come non rimanere ammirati, persino sopraffatti, di fronte a tale perpetuo miracolo? Considera anche un solo chicco di una qualsiasi semenza: che prodigio! La mente che vi fa attenzione ne resta come attonita.

 

 

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Di fronte alle meraviglie del creato compiute dal Verbo di Dio, c'è da stupirsi se l'acqua è mutata in vino da Gesù uomo? Quando si è incarnato, il Verbo non ha smesso di essere Dio: si è aggiunto l'uomo, non è venuto meno Dio.

Non dobbiamo rimanere stupefatti del miracolo del vangelo: ma amiamo Dio, perché lo ha compiuto in mezzo a noi per la nostra salvezza.

Anche con una sua minima azione il Signore ci suggerisce qualcosa; cerchiamo di scoprire ciò che volle insegnarci intervenendo alle nozze. A parte il miracolo, il racconto stesso adombra un senso misterioso e sacro. Bussiamo perché Cristo ci apra e ci inebri del vino invisibile. Eravamo insipienti, insipidi come acqua, e Dio ci rende sapienti; mediante la fede ci converte in vino gustoso.

Forse cogliere il senso del miracolo di Cana spetta proprio a questa sapienza intrisa di onore per Dio, di lode per la sua potenza e di amore per la sua misericordia.

 

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Il Signore, invitato, si recò al banchetto nuziale. C'è da meravigliarsi che sia entrato in quella casa per partecipare alle nozze, dato che è venuto nel mondo per celebrare le sue? Se lo Sposo è sceso fino a noi, dov'è la sposa? Ce lo spiega l'Apostolo, quando dice Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Però san Paolo teme che la verginità della sposa di Cristo sia corrotta da inganni diabolici, per cui aggiunge: Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo (2 Cor 11,2-3).

Il Signore ha qui dunque una sposa. L'ha redenta con il suo sangue, le ha dato come pegno lo Spirito Santo; l'ha strappata alla tirannia del diavolo; è morto per le sue colpe; è risuscitato per la sua giustificazione. Quale sposo potrebbe offrire tanto alla sua sposa?

 

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C'è chi porge in dono all'amata quanto di meglio esiste al mondo: oro, argento, pietre preziose, cavalli, schiavi, ville, possedimenti; ma ci sarà un solo uomo che dia il suo sangue? E' inconcepibile, perché offrendo il sangue non potrebbe più sposarla.

Invece il Signore affronta serenamente la morte, dà il suo sangue per colei che sarà sua dopo la risurrezione, colei che già aveva unito a sé nel seno della Vergine. Il Verbo infatti è lo Sposo e l'umanità di Cristo è la sposa; entrambi poi sono l'unico Figlio di Dio, che è insieme figlio dell'uomo. Il seno della Vergine Maria è il talamo nuziale, dove, secondo la profezia della Scrittura, Egli esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via (Sal 18,6).

 Il Capo della Chiesa, lo Sposo, s'avanza nel mondo e viene alle nozze di Cana dove è stato invitato.

 

 

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