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Letture della preghiera notturna dei certosini

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  Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Ventottesima Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Matteo.

18,23-35

Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi".

 

Dalle Catechesi di san Pacomio.

I,36-38.59. (Circa un fratello che serbava rancore). CSCO 160,14-17.24-25.

 

     Custodisci con ogni sollecitudine il tuo corpo e il tuo cuore. Ricerca la pace e la purezza, che sono unite tra loro, e vedrai Dio. E ancora, non essere in lite con nessuno, perché chi è in lite con il suo fratello è nemico di Dio e chi è in pace con il suo fratello è in pace con Dio. Non hai imparato ora che niente è più grande della pace che porta ad amarsi a vicenda? Anche se sei santo da ogni peccato, qualora tu sia nemico del tuo fratello, ti rendi estraneo a Dio. Sta scritto infatti: Cercate la pace con tutti e la santificazione. Sta scritto inoltre: Se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

 

10

 

     Il Signore ci ha comandato di amare i nostri nemici, di benedire quelli che ci maledicono e di fare del bene a quelli che ci perseguitano. In quale pericolo ci troviamo allora, se ci odiamo a vicenda, se odiamo le nostre stesse membra, una sola cosa con noi, figli di Dio, tralci della vera vite, pecore del gregge spirituale radunate dal vero pastore, l'unigenito Figlio di Dio che si è offerto in sacrificio per noi!

     Per quest'opera grandiosa il Verbo vivente ha patito queste pene e tu, tu o uomo, ti la odi per invidia e vanagloria, o per avarizia e arroganza? Con esse il nemico ti ha irretito per renderti estraneo a Dio. Che cosa presenterai a tua difesa davanti a Cristo? Ti dirà: "Odiando il tuo fratello, odi me". Ma tu te ne andai al castigo eterno perché hai nutrito inimicizia per il tuo fratello; il tuo fratello, invece, entrerà nella vita eterna perché si è umiliato davanti a te a motivo di Gesù.

 

11

 

     Cerchiamo il rimedio per questo male prima di morire. Carissimi, rivolgiamoci all'evangelo della vera legge di Dio, il Cristo, e lo sentiremo dire: Non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato. Se non perdoni, neppure tu sarai perdonato. Sei in lite con il fratello? Prepàrati ai castighi per le tue colpe, la tua trasgressione, le tue fornicazioni compiute nel segreto, le tue menzogne, le tue parole oscene, i tuoi pensieri malvagi, le tue avarizie, le tue malvagità, di cui renderai conto al tribunale di Cristo, quando tutte le creature di Dio ti contempleranno e tutti gli angeli dell'intero esercito angelico saranno presenti con le loro spade sguainate, costringendoti a giustificarti e a confessare i tuoi peccati.

     Su tutto questo sarai interrogato, perché sei venuto a contesa con il tuo fratello e non l'hai risolta, come avresti dovuto, nell'amore di Dio. Non hai mai sentito dire che la carità copre una moltitudine di peccati, e: Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se nn perdonerete di cuore al vostro fratello? Il Padre vostro che è nei cieli non vi perdonerà i vostri peccati.

 

12

 

     Non hai sentito Cristo che dice: Perdona fino a settanta volte sette? Non hai versato lacrime più volte supplicando: Perdona tutti i miei peccati ? E allora se tu esigi dal tuo fratello quel poco che ti deve, subito lo Spirito di Dio pone davanti a te il giudizio e il timore dei castighi. Ricordati che i santi furono stimati degni di essere oltraggiati, ricorda che Cristo fu oltraggiato, insultato, crocifisso a causa tua, ed egli subito colmerà il tuo cuore di misericordia e di timore. Allora ti prostri con la faccia a terra piangendo e dici: "Perdonami, Signore, perché ho fatto soffrire la tua immagine". Subito ti rialzi nella consolazione del pentimento e ti getti ai piedi del tuo fratello con cuore aperto, con il volto radioso e il sorriso sulle labbra e irradiando pace e sorridendo al fratello lo preghi: "Perdonami, fratello, di averti fatto soffrire".

     Abbondano le lacrime e dalle lacrime viene una grande gioia. La pace esulta tra voi due e lo Spirito di Dio da parte sua gioisce e grida: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.


 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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 Anno C

 

Tempo Ordinario

 

Ventottesima Domenica

 

9

 

Dal vangelo secondo Matteo.

18,23‑35

Gesù disse ai suoi discépoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi".

 

Omelia di san Giovanni Crisostomo.

Homilia I ex 25 in quaedam loca Nov.Test.,6‑7. PG 51,24‑27.

 

Dio è instancabile nel mettere in moto ogni mezzo per sgravare coloro che gli sono debitori. L'uomo si fa una fortuna riscotendo i debiti; Dio invece si procura un tesoro rimettendoci i peccati, perché la salvezza dell'uomo è la ricchezza di Dio. San Paolo infatti scrive che il Signore e ricco verso tutti quelli che l'invocano. 1 (Rm 10, 12)

Ci potremmo domandare perché il re comandi di vendere il servo, dal momento che ha l'intenzione di perdonarlo e condonargli il debito. Appunto, egli vuole palesare così l'ampiezza della sua amicizia per l'uomo. Ma non anticipiamo e seguiamo il racconto della parabola.

Vi leggiamo che quel servo non aveva il denaro da restituire. Che significa questa frase? Semplicemente che. il debitore è povero di opere buone e cosi aggrava la sua iniquità. Non ha fatto nulla di buono che gli possa essere contato per il perdono delle sue colpe.

 

 

10

 

Mentre il debitore chiede una proroga, è addirittura liberato dal suo obbligo. Eccolo ottenere ben più di quanto aveva sollecitato. San Paolo parla di questa sproporzione: Dio in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo 2 (Ef 3,20)domandare o pensare. Non potremo mai avere un'idea esatta di quanto Dio ha stabilito di donarci.

 

11

 

Perciò non c'è da aver paura o da arrossire davanti a lui (piuttosto vergogniamoci dei nostri peccati). Non disperiamo, non desistiamo dalla preghiera, ma avviciniamoci al Signore, per riconciliarci con lui. Siamo poveri peccatori, è vero; ma lasciamo a Dio l'occasione di esprimere la sua misericordia con il rimetterci le colpe. Quando non osiamo presentarci davanti a lui, blocchiamo la sua bontà, ci rendiamo responsabili di frenare la sua misericordia. Bando, perciò, allo scoraggiamento e a ogni pusillanimità nella preghiera. Qualora fossimo precipitati nel baratro del vizio, il Signore non avrebbe nessuna difficoltà a tirarci fuori.

Nessuno aveva tanto peccato quanto quel servo malvagio, caduto in ogni sorta di scelleratezze. Lo stanno a simboleggiare i diecimila talenti. Perciò nessuno era più meschino di lui e possiamo ben capire come non avesse di che rimborsare il re.

Eppure la potenza della preghiera sa liberare quest'uomo invischiato nei guai fino al collo. La preghiera può dunque sottrarre dal giusto castigo chi ha offeso il Signore innumerevoli volte? Sì, ne è capace, perché non è sola, ma ha per alleato e sostegno l'amica magnanimità di Dio nei nostri riguardi. L'Onnipotente accoglie la nostra preghiera e la rende efficace.

Il vangelo lo dice qualche riga sotto: Impietositosi del servo, il padrone lo lascio andare e gli condonò il debito. Bisogna intendere che il cuore compassionevole di Dio e all'opera prima e dopo la preghiera, e opera tutto.

 

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Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Che cosa vi è di più infame? Le parole del perdono risuonavano ancora nelle sue orecchie, ma lui aveva già dimenticato la misericordia del padrone. Vedete quanto sia utile ricordare i propri peccati: quel servo indegno non sarebbe stato così crudele e inumano se avesse avuto presenti le proprie colpe. Ecco perché insisto nel dire che è utile, anzi necessario, avere sempre davanti agli occhi i propri peccati, dal momento che nulla come questo spettacolo rende l'anima ben disposta, mite e indulgente.

Paolo, ad esempio, menzionò più di una volta non solo i peccati commessi dopo il battesimo, ma anche quelli che l'avevano preceduto, sebbene fossero ormai completamente cancellati. Se quel grande Apostolo non perdeva di vista le colpe anteriori al battesimo, quanto più noi non dovremmo scordare il male compiuto dopo essere stati rigenerati. Questa compunzione, oltre a ottenerci il perdono, ci renderebbe più comprensivi verso i fratelli e più riconoscendoti verso Dio. Per non imitare il servo malvagio, rimettiamo ci senza posa davanti agli occhi l'indicibile misericordia del Signore.

 

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