9
Dal vangelo secondo
Luca.
I genitori di Gesù si
recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando
Gesù ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza.
Dalle Omelie di Beda il
Venerabile.
Homilia
XII. PL 94, 63-67.
Questa pagina del vangelo è chiara,
fratelli carissimi, e non ha bisogno di spiegazione alcuna. Ci
descrive la fanciullezza del nostro Redentore, che ha voluto farsi
partecipe della nostra condizione umana. E ci ricorda l'eterna divina
maestà nella quale egli rimase e rimane sempre uguale al Padre.
Richiamando così alla memoria l'umiltà della sua incarnazione,
cerchiamo di curare le ferite del peccato con il farmaco della umiltà
autentica.
L'Onnipotente non si è rifiutato di
abbassarsi per noi fino ad assumere la debolezza della nostra fragile
umanità; allora, molto più noi, che siamo terra e cenere, dobbiamo
abbracciare l'umiltà tanto per amore di Dio quanto per la nostra
salvezza.
Perciò, dopo aver ascoltato
l'annunzio della salvezza, crediamo e proclamiamo che il nostro
Salvatore è Dio in eterno, come il Padre e lo Spirito Santo e
consustanziale ad essi. E speriamo di potere contemplare un giorno la
gloria divina del Signore Gesù, perché da quando egli è apparso, uomo
tra noi, ci siamo rivestiti di lui.
10
Il fatto che il Signore ogni anno
veniva a Gerusalemme con i genitori durante la Pasqua è certo indizio
della sua umiltà di uomo. Infatti è proprio dell'uomo offrire a Dio
voti e sacrifici spirituali, conciliarsi il Creatore con preghiere e
suppliche.
Perciò il Signore, nato uomo tra gli
uomini, fece quello che, come Dio aveva comandato agli uomini di fare
mediante il messaggio degli angeli. Ha osservato anche lui la legge
che ci aveva dato, per mostrare a noi, che siamo semplici mortali, che
si deve osservare tutto ciò che Dio prescrive. Seguiamo perciò
l'esempio della sua vita umana, se vogliamo la gioia di contemplare la
gloria della divinità, se desideriamo abitare nella sua dimora eterna
in cielo, se ci fa piacere conoscere la dolcezza del Signore ed essere
protetti nel suo santuario.
Ma per non essere travolti in eterno
da alcun vento infernale, ricordiamoci che è necessario frequentare la
dimora della Chiesa terrena, presentando offerte e preghiere pure.
11
Quando il Signore a dodici anni
siede nel tempio tra i dottori, ascoltandoli e interrogandoli, ci dà
una prova di umana umiltà e uno splendido esempio da imitare. Quando
poi seduto nel tempio dice: Io
devo
occuparmi
delle
cose
del
Padre
mio,
afferma la sua potestà e la sua gloria coeterna a quella del Padre.
Quando torna a Nazaret e rimane sottomesso ai genitori, dimostra di
essere vero uomo e ci dà ancora un esempio di umiltà.
Era infatti soggetto agli uomini in
quella natura in cui è inferiore al Padre. Perciò dice:
Vado
al
Padre,
perché
il
Padre
è
più
grande
di
me. E
in questa natura egli fu
fatto
di
poco
inferiore
agli
angeli. Invece
nella natura per cui egli e il Padre sono una cosa sola,
sicché non va in un dato tempo al Padre, ma è sempre stato in lui,
egli
è
prima
di
tutte
le
cose
e
tutte
sussistono
in
lui.
Di lui dobbiamo ammirare l'amorevole
sollecitudine quando, avendo visto che i genitori non comprendevano il
mistero della sua divina maestà, si assoggettò loro umilmente come
uomo per guidarli a poco a poco, grazie a questa sottomissione, alla
conoscenza della divinità.
12
Sua
madre
serbava
tutte
queste
cose
nel
suo
cuore.
La Vergine Maria racchiudeva nel cuore con somma diligenza tutto
quello che aveva udito dire del Signore e quanto egli stesso diceva e
faceva; e tutto affidava alla memoria, affinché, quando sarebbe venuto
il tempo di predicare o scrivere della sua incarnazione, potesse dire
con esattezza tutto, così com'era avvenuto.
Imitiamo, fratelli miei, la santa
Madre del Signore, conservando anche noi gelosamente nel cuore le
parole e le opere del nostro Salvatore. Meditandole giorno e notte,
respingiamo i molesti assalti dei pensieri vani e dannosi;
richiamiamole spesso alla mente per purificare noi e gli altri dalle
dicerie inutili e dalle calunnie che ci allettano al male e per
infiammarci alle frequente lode di Dio.
Se infatti desideriamo abitare nella
casa del Signore eternamente beati e lodarlo senza fine, dobbiamo far
vedere prima, in questo mondo, che cosa cerchiamo in quello futuro:
non solo frequentando la chiesa e ivi cantando le lodi del Signore, ma
anche testimoniando in ogni luogo del suo regno, con le parole e i
fatti ciò che dà gloria al nostro Creatore.