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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

  Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Sedicesima Domenica

 

 

9

Dal vangelo secondo Luca.

19,41-48

Quando Gesù fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa.

 

Dai Discorsi di Giovanni Taulero.

Sermon pour le 8e dim. après la Trin.,1-3. Sermons de  Tauler. Trad. Hugueny, Théry, Corin, "La vie spirituelle", Paris, 1930, t.II, 284-288.

 

     La città su cui Nostro Signore pianse è anzitutto la santa Chiesa, la santa cristianità: sono poi i cuori mondani su cui Nostro Signore piange e c'è ben da piangere: tutti gli uomini non riuscirebbero né potrebbero mai versare abbastanza lacrime, perché questi poveri cuori ignorano e non vogliono conoscere i giorni in cui il Signore li visita. Ahimè, se li conoscessero! No; essi se ne stanno in grande pace. Anche quelli di Gerusalemme erano in grande pace quando Cristo pianse su di loro.

     Quali sono queste persone? Tutti coloro che vivono nella ricerca di piacri sensibili. Purché abbiano a sufficienza i beni agognati - potere, amici, parenti, ricchezze, onori - hanno una gran pace; possiedono quanto desiderano, ciò che li soddisfa, li delizia, li rallegra, come se dovessero vivere eternamente così.

 

10

 

     Costoro attendono bene alla preghiera e pensano che tutto va ottimamente. Dire una sola parola che li avverta di non trovarsi in buono stato, sarebbe completamente tempo perso; essi riposano sulla loro giustizia, nella quale si sentono del tutto sicuri.

     Ma cosa verrà dopo quella gioia, quella pace, quella sicurezza? I nemici piomberanno su di loro e non lasceranno una pietra sull'altra. Quando arriverà il tempo della loro visita, allorché Dio li chiamerà, all'ora della morte, verrà il Nemico, li circonderà con il fosso di una straziante disperazione; per qualunque via vorranno fuggire, vi cadranno dentro, non potranno più fissare un solo pensiero su Dio.

     E non stupisce: Dio non è mai stato in loro, essi non hanno costruito su di lui, non hanno posto in lui le loro fondamenta né gli hanno prestato attenzione; erano talmente occupati ad appagare le loro voglie sensibili e temporali! E quando il fondo, le fondamenta crollano, allora viene meno anche la pace che vi era costruita sopra.

 

11

 

     Nostro Signore poi entrò nel tempio e mise fuori, a colpi di frusta, tutti quelli che là vendevano e compravano. Egli disse: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri! Una casa di delitti, un covo di assassini.  

     Carissimi, considerate quale è questo tempio che è diventato una spelonca di briganti. Sono l'anima e il corpo dell'uomo ad essere tempio di Dio più propriamente di tutti i templi che furono mai edificati. Infatti san Paolo ha detto: Santo è il tempio di Dio, che siete voi. Quando Nostro Signore vuol venire in questo tempio, lo trova diventato una casa di delitti e una bottega. Che cosa significa comprare e vendere? La gente, ad esempio, dà il grano per il vino che non ha e si ha un mercato. Ma chi sono i mercanti? Sono coloro che danno ciò che hanno per quello che non possiedono.

     L'uomo di per sé non ha alcuna cosa propria, fuorché il libero arbitrio, con il quale acquista la soddisfazione che gli procurano le cose temporali, di qualunque genere siano.

 

12

 

     Non è inevitabile che l'uomo trovi in se stesso soddisfazioni personali d'ogni genere? Non deve forse mangiare, bere, dormire, ascoltare, parlare e fare tante analoghe cose che, tutte, portano con sé immagini varie?

     Nota bene: l'uomo deve aver esclusivamente di mira Dio, cercarlo in tutto il suo operare; e quando ha compiuto ogni azione, lasci del tutto cadere le immagini sensibili, renda e tenga vuoto il suo tempio come se non avesse mai intrapreso nulla; Così potrà dire con la sposa dei Cantici: Il nostro letto è verdeggiante, è pieno di immagini e di pensieri di cielo.

     Se il tempio fosse veramente sgombro e fosse messa fuori la compagnia di tutti i mercanti che lo occupavano con le loro fantasie, tu potresti divenire casa di Dio: mai prima, però, qualunque cosa tu facessi.  Così avresti la pace e la gioia del cuore e non ti turberebbe più nulla di ciò che ora non può non disturbarti continuamente ed esserti motivo di angoscia e di sofferenza.

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno C

 

Tempo Ordinario

 

Sedicesima Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

19,41‑48

Entrato nel tempio, Gesù cominciò a scacciare i venditori.

 

Dai Discorsi di Maestro Eckhart.

 

Perché Gesù scacciò quelli che compravano e vendevano? Perché comandò a chi trafficava in tortorelle di sbarazzare quella mercanzia? Ciò non significa altro se non la sua volontà di vedere il tempio vuoto, proprio come se avesse detto: Ho un diritto sopra questo tempio, voglio starvi io solo da sovrano. Come intendere ciò? Il tempio, dove Dio vuole regnare da padrone secondo la sua volontà, è l'anima umana che ha plasmato e creato simile a sé. Leggiamo infatti che il Signore disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza. 1(Gn 1,26 ) Ed è bello quanto egli ha fatto. Ha creato l'anima dell'uomo talmente simile a sé, che fra tutte le magnifiche creature, opera stupenda del Creatore, non ne esiste nessuna in cielo e in terra che gli assomigli quanto l'anima umana. Dio vuole che questo tempio sia vuoto, proprio perché gli è così simile, e tanto più gli piace se vi è soltanto lui.

 

10

 

Quando Dio entra nel tempio dell'anima, ne caccia tenebre e ignoranza e si rivela come luce e verità.

I mercanti sloggiano quando la verità si avvicina, perché essa non tollera traffici e speculazioni. Dio non cerca il proprio tornaconto, ma in tutte le sue, opere è affrancato libero, giacché le compie per vero amore. Lo stesso fa l'uomo unito a Dio. anche lui e affrancato libero In tutte le sue opere. le compie unicamente per l'onore di Dio, senza cercare Il proprio bene,, e Dio lo compie in lui.

Dirò di più: finché in tutto Il suo operare l'uomo cerca quello che Dio può o vuol donargli, assomiglia al mercanti del tempio. Per svincolarti da ogni affarismo. in modo che Dio ti ammetta nel suo tempio, devi fare tutto a lode di Dio; e ti devi staccare dalle tue opere come se ti staccassi dal nulla, il quale non è né qua né là. In altre parole, non devi bramare assolutamente nulla in cambio. Se riuscirai ad agire così, le tue opere saranno spirituali e divine: allora i mercanti saranno messi In fuga dal tempio e vi starà Dio solo.

 

11

 

 L'uomo dovrebbe essere sgombro e libero come nostro Signore, Gesù Cristo: egli In ogni tempo e fuori del tempo si riceve senza posa di nuovo dal Padre celeste; e nel medesimo istante si genera senza posa perfettamente come lode riconoscente verso la grandezza paterna, con uguale dignità. Così dovrebbe essere l'uomo che volesse venire introdotto nella più alta verità e lì vivere senza prima né dopo, senza essere impacciato da opere e immagini di sua conoscenza. Libero e disancorato, egli riceverebbe senza posa il dono divino, in un adesso sempre nuovo. In cambio, entro questa luce, egli si lascerebbe generare senza ostacoli in Cristo Gesù, nostro Signore, nella lode riconoscente. A questo punto, le tortorelle se ne vanno, scompaiono cioè gli ostacoli e l'attaccamento al bene delle opere. Queste di per sé sono buone, se l'uomo non vi ricerca sé stesso. Tuttavia, nostro Signore ammonisce: Portate via queste cose,2. (Gv 2,16 ) quasi a dire: Sono buone, ma creano problemi.

 

12

 

Quando il tempio dell'anima si è svuotato da tutti gl'ingombri, voglio dire dall'attaccamento all'io e dall'ignoranza, il suo splendore è così fulgido, la sua lucentezza brilla talmente pura sopra tutto il creato di Dio e tramite esso, che nessuno può avere una simile intensità di luce se non il solo Dio increato.In verità affermo che nessuno è simile a questo tempio se non l'increato, Dio solo. Tutto ciò che è Inferiore agli angeli non ha alcuna somiglianza con questo tèmpio.Unicamente Dio è libero e increato, per cui lui solo e simile all'anima rispetto alla libertà; la somiglianza però non si estende al suo carattere increato, giacché l'anima è creatura.

Quando l'anima giunge alla luce senza ombre, penetra nel proprio nulla di creatura; anzi, vi sprofonda talmente che in nessun modo può ancora far ritorno con le proprie forze al suo stato di creatura. E Dio, con il suo essere increato, sostiene il nulla dell'anima e la mantiene in ciò che è egli stesso.

L’anima ha corso il rischio di essere annientata e da sé non può più tornare a sé stessa prima che Dio l'abbia sostenuta. Credetemi: è proprio così! 

 

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