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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Quattordicesima Domenica

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

5,1-11

Quando Gesù ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca".

 

Dai Discorsi di Giovanni Taulero.

3e Sermon pour le 5e dim. après la Trin.,1.2-4. Sermons de  Tauler. Trad. Hugueny, Théry, Corin, "La vie spirituelle", Paris, t.II, 1930, 228. 229-232.

 

     La barca era di Simone, l'uomo obbediente, davvero docile a Dio. Carissimi, se sapeste quanto vi nuoce resistere alle esortazioni e agli inviti di Dio, quanto vi rovina non obbedirgli! Ne sareste certamente inorriditi.

     Il lungo purgatorio destinato a chi resiste all'Altissimo vi spaventerebbe al punto che non osereste più sperare e avere fiducia nel Signore. Eppure, credetemi, la bontà di Dio è sconfinata!

     Anche coloro che egli aveva chiamati ad un'alta mèta e si distolgono dal loro fondo interiore, possono raggiungere con la sofferenza quello che non conseguirono con il proprio modo di vivere. Infatti, al momento della morte, queste anime soffrono grandi angustie ben più degli altri e poi subiranno un tremendo purgatorio. Eppure, dopo tutto questo, saliranno sorprendentemente più in alto di quelli che forse sono stati chiamati ad un grado inferiore.

 

10

 

     Era di Simone la barca in chi Nostro Signore si sedette e da lì insegnava. Siatene sicuri, Dio siede nel fondo del cuore dell'uomo obbediente per istruirlo. Là Dio illumina l'uomo con grazie interiori così grandi e impartendogli una tale dottrina che all'occorrenza quest'uomo potrebbe dare lezioni al mondo intero.

     Nostro Signore richiese poi a Simone di scostare la barca da terra. Nel grado più basso della vita spirituale il cuore dell'uomo deve assolutamente allontanarsi da terra, da ogni affetto per le realtà mondane e caduche, dal piacere delle creature e dalla natura.

     Chi vuole raggiungere Dio, deve attendere a questa impresa con un impegno costante e immutato. Non si tratta di cominciare oggi e lasciare tutto domani. Se si vuole pervenire alla perfezione, bisogna perseverare in questo esercizio di distacco in ogni tempo, ad ogni ora e ogni giorno, e non vivere oggi per il Signore e domani per il proprio io o per le creature.

     Molti hanno orrore di tale distacco. Non osano credere, la fiducia in Dio sembra loro un'impresa enorme. Allora se ne distolgono pensando di non esserne capaci. Vogliono vivere come il tale o il tal altro che seguono le tendenze della natura: vogliono godersela come costoro. Perciò tornano al mondo. Mondo è tutto ciò che non è Dio. Allora si rompe la rete e tutti i pesci che erano entrati cadono fuori.

 

11

 

     Figli, dovete sapere che Dio non si interessa di tutte le opere, grandi e buone che siano, di cui egli non è la causa; tutto questo ha qualcosa di simoniaco. Simonia significa scambiare un bene spirituale per uno terreno: si tratta di uno dei peccati più spaventosi.

     Ma di questo si rendono spiritualmente in parte colpevoli quegli uomini che compiono buone opere spirituali - che dovrebbero essere divine e pure tali appaiono. Purtroppo costoro mirano a un vantaggio temporale ed effimero.  Poco importa di che genere sia questo fine, interiore o esteriore, dal momento che in verità non è Dio.

     I discepoli dovettero riparare le loro reti. Analogamente attraverso una totale conversione, l'uomo deve riparare la sua rete che si è lacerata per quella dannosa uscita alla ricerca di soddisfazioni umane. Deve agire come chi voglia raddrizzare un bastone storto:  lo curva in senso contrario perché ritorni dritto. Con una vera conoscenza del suo stato e una profonda umiltà costui insieme con san Pietro si dolga con Dio: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla. Ogni lavoro in cui l'uomo si affatica senza Dio, è compiuto nella notte e non approda assolutamente a nulla.

 

12

 

     Nostro Signore disse a Pietro: Prendi il largo e calate le reti. Cioè, eleva il tuo spirito e tutte le tue facoltà. La ricchezza che nasce da questa esperienza è sovrabbondante. Quando il Maestro divino insegna questa parola ed essa è ricevuta nel modo giusto, la rete si rompe e la barca affonda e va sotto. La natura ha l'impressione di star per soccombere completamente. L'uomo non deve allora correre fuori per cercare aiuti esterni, ma imiti san Pietro. L'Apostolo non urlò né corse, ma fece discretamente cenno ai compagni, soprattutto a san Giovanni. Questo significa che occorre appellarsi alla discrezione illuminata dalla grazia e valersene, appena sentiamo che coliamo a picco in Dio. Quando sorge luce increata comincia a scintillare e risplendere, la luce creata per forza deve diventare più caliginosa fino a oscurarsi. Proprio come succede per il sole: il suo splendore luminoso rende buio e fosco il lume della candela.

     Figli, coloro che percepiscono un raggio soltanto della luce divina, provano una delizia, una gioia, un appagamento che superano al di là di ogni dire tutto il piacere, la contentezza e il soddisfacimento che il mondo intero può procurare. È un'esperienza che eccede ogni misura: eppure questo grande sentimento del divino è percepito ancora solo dalle facoltà inferiori.

 

 

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

 

Anno C

 

Tempo Ordinario

 

Quattordicesima Domenica

 

 9

 

Dal vangelo secondo Luca.

5,1-11

Quando Gesù ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca".

 

Dalle Omelie di san Lorenzo da Brindisi.

Hom.I, Dominica IV post Pentecosten, Opera omia,Padova,1943,t.VII4 120‑123.

 

Cristo comincia con il salire nella barca di Simone, perché vuole appartenere alla stirpe di Abramo secondo la carne.

Egli chiede poi di scostarsi un po' dalla, riva: la legge antica prometteva soltanto la felicità temporale e i beni di questo mondo: ecco perché Gesù invita a staccarsi da terra.

Quindi il Signore insegna la via della perfezione. Egli non comanda, ma consiglia: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi .1.( Mt 19,21 )

 

Infine Gesù ordina. a Simone: Prendi il largo. E gli affida il governo della Chiesa con queste parole: D'ora in poi sarai pescatore di uomini. Simone diventa allora la pietra basilare di tutta la Chiesa e riceve il primato e la dignità di pontefice grazie alla sua fede, alla sua obbedienza, alla sua umiltà.

La fede e l'obbedienza di Simone spiccano nella sua risposta a Gesù: Sulla tua parola getterò le reti. Poi emerge l'umiltà quando, stupefatto per il miracolo, egli cade ai piedi di Cristo e confessa: Signore, allontanati da me che sono un peccatore. Simone si è abbassato e Gesù lo rialza,dicendo: D'ora in Poi sarai pescatore di uomini, perché nel rapporto con Dio chi si umilia è innalzato.

 

10

 

Gesù sale su una delle barche che appartenevano a Simone. Se questa imbarcazione sta a rappresentare la Chiesa di Dio, allora la Chiesa consiste nella carità ove albergano il cuore puro, la buona coscienza e la fede sincera dimostrate da Pietro.

Sia la nostra anima questa barca di Pietro e Gesù vi salirà. Una barca con la carena impermeabile, perché non penetri l'acqua del peccato e l'affondi, ne l'amore del mondo la invada.

Invece questa barca sia spalancata verso il cielo per accogliere beni, delizie, ricchezze, onori dell'alto, cioè la gloria luminosa di Dio.

Il nostro spirito obbedisca in tutto al Signore, come Simone; allora non seguiremo i movimenti egoistici, ma con cuore risoluto e integro aderiremo alla volontà divina, facendo quello che piace a Dio.

Nell'imbarcazione della nostra anima Pietro rappresenti la roccia granitica della fede, della speranza e della carità, perché sappiamo credere e sperare ogni giorno in Dio con volontà robusta e cuore innamorato di lui sopra ogni altra cosa.

Allora Cristo salirà sulla nostra barca, e sotto la sua guida cammineremo nel solco dei precetti divini, mettendo i passi non solo sui percorsi obbligati per la salvezza, ma rischiando la vita sui sentieri della perfezione.

 

11

 

Gesù chiese di spostarsi un poco da terra.Il Signore ci indica così che anzitutto c'è da purificare il cuore dall'amore del mondo. E' l'opera previa, perché lui si sieda nella nostra barca e illumini la mente, aprendola alla conoscenza dei valori veri e duraturi che sono beni eterni. Allora Gesù ci dirà: “Prendi il largo, scala la vetta della perfezione divina, sii perfetto come è perfetto il Padre tuo celeste”.

Quando il cuore sarà purificato e la mente illuminata, correrai con forza piena e con naturalezza, mosso dall'amore alla ricerca del sommo bene. In quello stato sarai ricco d'indicibile felicità che ti delizierà l'anima.

Il pescatore è felice, quando all'amo abboccano tutti i pesci che desiderava. Perciò la pesca incredibile di Simone, spintosi al largo, simboleggia la felicità di coloro che riescono a toccare il vertice della perfezione sotto la guida di Cristo che ha teso loro la mano nell'ascesa.

 

12

 

Si potrebbe credere che la felicità dell'uomo sia impastata di piaceri terreni. Invero questi non stillano nessuna gioia, perché sta scritto: Vanità delle vanita, tutto e vanità.2.( Qo 1, 2 )

Invece la felicità autentica è raggiunta in alto mare, la dove ogni voluttà sensibile è schernita e rinnegata, come dice il salmista: La mia anima rifiuta il conforto, mi ricordo di Dio e trovo il diletto.3.( Sal 76,4 )

Quando Pietro si stacca un bel pezzo dal litorale e raggiunge il largo, cattura una grande quantità di pesci, simbolo di felicità. Questa è appunto la parte di chi inizia il cammino della perfezione, purificando i suoi affetti.

Sedutosi, Gesù si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando l'anima si è allontanata dalla riva, è illuminata da Dio e si dirige verso gli alti orizzonti della santità, navigando nel mare aperto della contemplazione e delle dolcezze divine che la pervadono.

Cristo conduce al largo, perché è la sapienza e la forza di Dio. La sapienza divina rende perfetta l'intelligenza attraverso la conoscenza celeste, e la forza di Dio rende perfetta la volontà grazie alla carità divina, per cui l'uomo amerà Dio sopra ogni cosa, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le sue forze.

In questo modo tenderemo sempre verso la pienezza della divina conoscenza e della divina carità, che è il vincolo della perfezione. 

 

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