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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno A

 

Settima  Domenica di Pasqua

 

9

 

Dal vangelo secondo Giovanni.

14,15-21

Prima di passare da questo mondo al Padre, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità".

 

Dai Discorsi di Giovanni Taulero.

Sermon pour le dim. après l'Ascension, 1-3. Trad. Hugueny, Théry, Corin, "La vie spirituelle", Paris, 1930, t.II, pp.3-8.

 

     La santa Chiesa celebra in questo tempo la missione dello Spirito Santo effuso sopra i discepoli. Essi inauguravano la Chiesa e una nuova esistenza cominciava con loro; perciò ricevettero lo Spirito Santo in modo singolare e interiore, per il profitto dei fedeli che sarebbero venuti dopo. D'altra parte, tutto il tempo che i discepoli vissero sulla terra, ad ogni ora, la venuta dello Spirito di Dio crebbe in essi.

     Allo stesso modo, ogni amico di Dio deve celebrare ogni giorno e ogni ora quest'amabile festa così da ricevere ad ogni ora lo Spirito Santo. Secondo la sua preparazione, la sua disponibilità e la sua attesa, l'effusione sarà in lui più alta. La missione dello Spirito Santo, che si realizzò per i discepoli nel santo giorno di Pentecoste avviene ogni giorno spiritualmente in tutti coloro che vi si preparano a fondo. Allora lo Spirito Santo scende in maniera particolare, con grazie e doni singolari e sempre nuovi, fin quando l'uomo vive, purché egli si rivolga a lui, interiormente disposto ad accoglierlo.

 

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     La prima condizione per ricevere lo Spirito Santo è un vero distacco. Ciò significa che l'uomo si allontana e si separa da tutto ciò che non è il puro e semplice Dio. E alla luce del suo discernimento penetra tutto, esamina con prudenza le sue opere, parole e pensieri, per vedere se c'è nel fondo qualcosa che non sia puramente Dio o non tenda esclusivamente verso Dio in tutto, nel fare e nell'omettere. E se vi trova qualcosa che non mira a Dio, la tronchi e la rigetti.

     Questo distacco e l'attesa dello Spirito Santo sono presenti nelle persone in gradi diversificati. Gli uni ricevono lo Spirito in una maniera sensibile e immaginativa. Altri invece lo ricevono molto più nobilmente nelle facoltà superiori e intellettive, in modo razionale, molto superiore ai sensi. Ad altri ancora lo Spirito Santo non viene solo così, dato che lo ricevono nell'abisso misterioso, nel regno segreto, nel delizioso fondo, che è la parte più alta dell'anima, dove è nascosta la nobile immagine della Trinità.

 

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     Quanto spesso l'uomo guarda nel suo fondo con il lume dell'intelligenza e là si volge a Dio, tanto spesso avviene un'unione e una nuova effusione dello Spirito, ad ogni istante. E l'uomo riceve nuovi doni e grazie ogni volta che vi si rivolge con tale prudenza e vero distacco.

     Questo avviene quando con autentico zelo esamina a fondo e verifica tutta l'attività, le sue vie, parole, opere, abitudini, indagando se per caso non vi fosse qualcosa che non è Dio, o se l'intenzione non punta unicamente su di lui. Dove trovasse qualcosa che non è Dio, la discrezione l'orienti e diriga a lui. Questa luce della prudenza deve regolare con la forza della sua illuminazione le virtù naturali - esse sono l'umiltà, la bontà, la mansuetudine, la misericordia, il silenzio e altre simili.

 

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     Questa luce inoltre deve illuminare le virtù morali, che sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza: queste sono chiamate virtù cardinali. La luce della discrezione le deve esaminare, regolare e ordinare con sincera e pura intenzione, e le deve stabilire in posizione giusta e ordine divino, perché esse vengano esercitate in Dio e per Dio. Allorché lo Spirito Santo trova che l'uomo ha fatto la sua parte, viene con la sua luce, eclissa il lume naturale e infonde le virtù soprannaturali: la fede, la speranza, la divina carità e la sua grazia. E così, in tale distacco, uno diventa uomo esperto e nobilissimo.

     Ma tutto ciò dev'essere ben penetrato da quella luce: spesso si crede che i moti dell'anima abbiano Dio per oggetto e non appena si va al fondo delle cose, ci accorgiamo che non è così. Ma perché a tutti noi avvenga di aver puramente di mira Dio in un vero distacco, ci aiuti l'amabile Dio, per la sua gloria.

 

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno C

 

Settima  Domenica di Pasqua

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Giovanni.

14,15-21

Prima di passare da questo mondo al Padre, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità".

 

Dal Colloquio con Motovilov di san Serafino di Sàrov.

Irina Goraìnoff, Serafino di Sarov, Gribaudi, Torino,1981,157-161.

 

Il bene compiuto nel nome di Cristo non solo procura una corona di gloria nel mondo a venire, ma fin da quaggiù riempie l'uomo della grazia dello Spirito Santo. Sta scritto infatti: Dio dà lo Spirito senza misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. (Gv 3,34-35)

Il vero fine della vita cristiana consiste quindi nell'acquisizione di questo Spirito di Dio. L'acquisizione è la stessa cosa dell'ottenimento. Sai cosa significhi acquisire del denaro? Per lo Spirito Santo è lo stesso.

Per la gente normale il fine della vita consiste nell'acquisizione del denaro, nel guadagno. I nobili inoltre desiderano ottenere onori, medaglie e altre ricompense per i servizi resi allo stato. Anche l'acquisizione dello Spirito Santo è un capitale, ma un capitale eterno, dispensatore di grazie, analogo ai capitali temporali e che si ottiene con gli stessi procedimenti.

Nostro Signore Gesù Cristo, Dio‑uomo, paragona la nostra vita ad un mercato e la nostra attività sulla terra ad un commercio. Raccomanda a tutti noi: "Datevi da fare fino al mio ritorno, tenendo da conto il tempo, perché i giorni sono incerti, (Cf Lc 19,12-13. Ef 5,15-16) il che significa: sbrigatevi ad ottenere

dei beni celesti trafficando merci terrene". Queste merci non sono niente altro che le buone azioni compiute in nome di Cristo le quali ci ottengono la grazia dello Spirito Santo.

 

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Proprio la grazia dello Spirito Santo, simboleggiata dall'olio, mancava alle vergini stolte. Esse sono chiamate stolte, perché non si preoccupavano del frutto indispensabile della virtù che è la grazia dello Spirito Santo, senza la quale nessuno può essere salvato; infatti ogni anima è vivificata dallo Spirito Santo per essere illuminata dal sacro mistero dell'Unità trinitaria.

Lo Spirito Santo stesso viene ad abitare in noi e questa dimora in noi dell'Onnipotente, la coesistenza in noi della sua Unità trinitaria con il nostro spirito, non ci è data se non a condizione che ci impegniamo con tutti i mezzi a nostra disposizione per ottenere lo Spirito Santo. Egli prepara in noi un luogo degno di questo incontro secondo la parola immutabile di Dio: Io verrò e abiterò in loro, io sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo (Cf Ger 7,3.7.23).

 

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L'olio delle vergini non rappresenta le nostre azioni, ma la grazia attraverso la quale lo Spirito Santo riempie il nostro essere. Egli trasforma il corruttibile nell'incorruttibile, la morte psichica in vita spirituale, le tenebre in luce, la stalla, dove sono incatenate le nostre passioni, in tempio di Dio, in camera nuziale dove incontriamo il nostro Signore, creatore e salvatore, lo sposo delle nostre anime.

Grande è la compassione che Dio ha per la nostra disgrazia, cioè per la nostra negligenza nei confronti della sua sollecitudine. Egli afferma: Io sto alla porta e busso (Ap 3,20); la porta significa il corso della nostra vita non ancora concluso dalla morte.

Come vorrei, amico di Dio, che in questa vita tu fossi sempre pieno di Spirito Santo! Ricordati che il Signore dice: Vi giudicherò nella condizione in cui vi troverò (Cf Mt 24,42).

 

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Vegliate e pregate per non cadere in tentazione, (Mt 26,41) cioè per non essere privati dello Spirito di Dio; le veglie e la preghiera infatti ci donano la sua grazia.

E' certo che ogni buona azione fatta in nome di Cristo conferisce la grazia dello Spirito Santo, ma la preghiera lo fa più di ogni altra cosa, essendo sempre a nostra disposizione. Potresti, ad esempio, aver voglia di andare in chiesa, ma la chiesa è lontana oppure sono finite le funzioni; potresti aver voglia di fare l'elemosina, ma non incontri nessun povero oppure non hai spiccioli in tasca; vorresti rimanere vergine, ma non ne hai le forze, a causa della tua costituzione o dei tranelli dell'avversario, ai quali la debolezza della tua carne umana non è in grado di opporre resistenza; forse vorresti trovare qualche altra buona azione da fare in nome di Cristo, ma non hai abbastanza forze, oppure non ti si presenta l'occasione.

Niente di tutto questo invece tocca la preghiera: tutti hanno sempre la possibilità di pregare, il ricco come il povero, il nobile come la persona qualsiasi, il forte come il debole, il sano come il malato, il virtuoso come il peccatore.

 

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