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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

 Anno A

 

Prima Domenica di Passione

 (Quinta di Quaresima)

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Giovanni.

8,46-59

 

     Gesù diceva ai Giudei: "Chi di voi puoi convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".

 

Omelia dai Trattati di sant'Agostino sul vangelo di Giovanni.

In Jo tr. XLIII, 15-18.  PL 35, 1711-1712. 1713.

 

     Cristo Signore chiamò suo Padre colui che i giudei chiamavano loro Dio, però senza conoscerlo; se l'avessero conosciuto avrebbero accolto suo Figlio. Io invece lo conosco, dice il Signore. Ad essi che giudicavano secondo la carne, l'affermazione poté sembrare presuntuosa.

     Guardate però che cosa segue: E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore. Non deve succedere che, per evitare la taccia di presuntuosi, si abbandoni la verità.

     Ma lo conosco e osservo la sua parola. In quanto Figlio, egli proferiva la parola del Padre: ed egli stesso era il Verbo del Padre che parlava agli uomini.

 

10

 

     Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò. Magnifica testimonianza resa ad Abramo dal discendente di Abramo, dal Creatore di Abramo. Abramo esultò - egli dice - nella speranza di vedere il mio giorno. Non ebbe timore, ma esultò. Era in lui la carità che caccia via la paura. Non dice che esultò perché lo vide; ma che esultò nella speranza di vederlo. Credendo in lui, esultò nella speranza, in attesa di poterlo vedere con la mente.

     Lo vide. Cosa poteva o cosa doveva dire di più il Signore Gesù? Lo vide e se ne rallegrò. Chi potrà esprimere questo gaudio, fratelli miei? Se tanto gioirono coloro ai quali il Signore aprì gli occhi del corpo, quale fu il gaudio di chi poté vedere con gli occhi del cuore, la luce ineffabile, il Verbo che permane? Egli è lo splendore che rifulge nelle anime dei fedeli, la sapienza indefettibile, colui che come Dio dimora presso il Padre e che, senza abbandonare il seno del Padre, sarebbe venuto un giorno nella carne. Tutto questo vide Abramo.

 

11

 

     L'espressione il mio giorno può riferirsi al giorno temporale del Signore in cui egli sarebbe venuto nella carne; oppure al giorno del Signore che non ha aurora e non conosce tramonto. Ma io sono certo che il padre Abramo conosceva l'uno e l'altro giorno. E come lo provo? Dobbiamo accontentarci della testimonianza di nostro Signore Gesù Cristo. Credo sia molto difficile, se non impossibile, precisare in che senso Abramo esultò nella speranza di vedere il giorno di Cristo e in che senso lo vide. Ammettiamo pure l'ipotesi che non si riesca a trovare un passo dove risulti chiaro, dovremo concludere che la Verità ha mentito? Noi crediamo alla Verità e non dubitiamo minimamente dei meriti di Abramo.

     Adirati i Giudei risposero: Non hai ancora cinquantanni e hai visto Abramo? Allora Gesù dichiara solennemente: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse Io Sono. Pesa le parole e intendi il mistero. Prima che Abramo fosse: fosse si riferisce alla creatura umana: Sono si riferisce all'essenza divina. Fosse, perché Abramo era una creatura. Non disse il Signore: Prima che Abramo esistesse, io ero; ma disse: Prima che Abramo fosse - e non poté esser fatto se non per mezzo di me - Io Sono.

 

12

 

     Gesù non disse: Prima che Abramo fosse fatto, io sono stato creato. In principio, infatti, Dio creò il cielo e la terra. E in principio era il Verbo. Quindi, prima che Abramo fosse, Io Sono. Riconoscete il Creatore, non confondetelo con la creatura. Colui che parlava era discendente di Abramo; ma perché potesse chiamare Abramo all'esistenza, doveva esistere prima di lui.

     Crebbe il loro furore come se apertamente il Signore avesse insultato Abramo. L'affermazione di Cristo Signore per cui si dichiarava prima di Abramo per loro suonò come bestemmia. Perciò raccolgono sassi per tirarglieli. Tanta durezza a che cosa poteva ricorrere se non ai sassi, ad essi somiglianti?

     Ma Gesù reagì come uomo, secondo la sua forma di servo, secondo la sua umiltà, come chi avrebbe dovuto patire, morire e redimerci con il suo sangue; non come colui che è, ossia non come Verbo che era in principio e Verbo presso Dio.

     Quando quelli presero i sassi per scagliarglieli contro, che meraviglia se la terra immediatamente si fosse aperta per inghiottirli, sicché invece dei sassi, avessero trovato l'inferno? Ciò non sarebbe costato molto a Dio, ma era sua intenzione manifestare piuttosto la pazienza che la potenza.

     Gesù dunque si nascose per non essere lapidato.

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno C

 

Prima Domenica di Passione

 (Quinta di Quaresima)

 

 9

 

Dal vangelo secondo Giovanni.

8,46-59

 

Gesù diceva ai Giudei:

"Chi è da Dio ascolta le parole di Dio:

per questo voi non le ascoltate,

perché non siete da Dio".

 

 

Dai Discorsi di Isacco di Ninive.

 1&23. Oeuvres, trad.J.Tourail1e, Desclée de Brouwer, 1981, 62.156-158. Cf.G.Vannucci,Filocalia,L.E.F.,Firenze,1978,vol.I,175,204s.

 

In tutto ciò che leggi nelle Scritture, procura di trovare il senso ultimo della parola, di penetrare nella profondità e nella santità dei sensi ch'essa presenta e di capirli con esattezza. Coloro la cui vita è guidata dalla grazia divina verso l'illuminazione, avvertono sempre che qualche raggio di luce interiore accompagna la parola scritta; essi sono capaci di distinguere dentro alle spoglie parole ciò che è detto con riposta intenzione per l'alimento dell'anima.

Quando un uomo legge i versetti sacri con spirito di finezza, il suo cuore si affina e si acquieta. La potenza divina arreca un gusto soavissimo all'anima nella stupenda comprensione che le è data.

Ogni creatura è naturalmente attratta da un'altra a lei somigliante. Così l'anima, resa viva dallo Spirito, assorbe con ardore il contenuto della Parola, appena sente l'energia spirituale in essa celata. Ma non a tutti è concesso di sapere fermarsi e stupire della Parola.

 

10

 

Dio ha dato i vangeli perché il mondo intero possa conoscerlo e all'intelligenza di ogni generazione sia dischiuso il mistero dalla provvida potenza divina; perciò la tua mente scenda nelle profondità delle meraviglie divine.

Codesta lettura ti aiuterà a raggiungere lo scopo della tua vita, purché tale lettura si svolga nel silenzio del deserto, lontano da ogni agitazione. Sii libero da ogni preoccupazione che viene dal corpo e dal tumulto della vita; così, quando la dolcezza del senso delle parole evangeliche giungerà, tu possa essere intimamente consapevole del suo soave sapore, più alto di ogni sensazione, e la tua anima ne fruisca.

Ecco il segno che ti rivelerà come tu sia davvero entrato in tale comprensione: quando la grazia comincia ad aprirti gli occhi per farti contemplare le cose nella verità, una fontana di lacrime si dissigillerà in te. Allora la lotta dei sensi si placherà e la tua vita scorrerà con serenità di mente.

 

11

 

La natura dell'anima è una realtà lieve e delicata. Quando essa prende lo slancio, può accaderle che brami di oltrepassare sé stessa e conoscere ciò che la supera.

La lettura delle Scritture le dona spesso qualche lume, ma se l'anima lo paragona con la comprensione a cui si è appena accennato e con quella conoscenza in cui ha potuto penetrare, i suoi pensieri si rivestono di timore e tremore. Si ritrova così meschina e incapace che la paura la precipita nell'umiltà, poiché si è accorta di quanto fu impudente e audace a sfiorare le realtà spirituali che la superano.

L anima trema, perché quelle realtà sono tremende.

Il discernimento consiglia all'intelletto di tacere, di restare pudico per non perdersi: occorre che non cerchi quanto lo supera e non sondi quello che è più alto di lei.

 

12

 

Quando ti è concesso il potere di comprendere le Scritture, accettalo. Ma non aver la presunzione di volere scoprire da te quei misteri. Adora, glorifica e rendi grazie in silenzio.

Non è bene scandagliare in modo eccessivo le parole di Dio, così come non è bene mangiare troppo miele. Rischiamo infatti di indebolire e ostacolare la nostra visione delle cose lontane cercando di scrutarle. quando non ne siamo ancora capaci a causa del cammino difficile che ci resta ancora da percorrere. Capita infatti che si vedano fantasmi al posto della verità. E d'altro canto, l'intelletto può stancarsi di dover cercare troppo, al punto da dimenticare la meta.

Il sapiente Salomone ci ha avvisati: Una città smantellata o senza mura, tale è l'uomo che non sa dominare la collera. (Prv 25,28) Purifica quindi il tuo cuore; svincolati dall'assillo di ciò che è fuori dalla portata della tua natura; cala il sipario della castità e dell'umiltà davanti ai tuoi pensieri e ai tuoi gesti. Troverai allora ciò che è insito alla tua natura, giacché agli umili sono rivelati i misteri.

 

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