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Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno A

 

Natale del Signore

Tempo di Natale

 

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1

Dal profeta Isaia, capitolo 11o. 

                             

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,

un virgulto germoglierà dalle sue radici.

Su di lui si poserà lo spirito del Signore,

spirito di sapienza e di intelligenza,

spirito di consiglio e di fortezza,

spirito di conoscenza e di timore del Signore.

Si compiacerà del timore del Signore.

Non giudicherà secondo le apparenze

e non prenderà decisioni per sentito dire;

ma giudicherà con giustizia i poveri

e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.

La sua parola sarà una verga

che percuoterà il violento;

con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.

Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia,

cintura dei suoi fianchi la fedeltà.

Il lupo dimorerà insieme con l'agnello,

la pantera si sdraierà accanto al capretto;

il vitello e il leoncello pascoleranno insieme

e un fanciullo li guiderà.

La mucca e l'orsa pascoleranno insieme;

si sdraieranno insieme i loro piccoli.

Il leone si ciberà di paglia, come il bue.

Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide;

il bambino metterà la mano

nel covo dei serpenti velenosi.

Non agiranno più iniquamente

né saccheggeranno in tutto il mio santo monte,

perché la saggezza del Signore

riempirà il paese

come le acque ricoprono il mare.

In quel giorno

la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,

le genti la cercheranno con ansia,

la sua dimora sarà gloriosa.

 

2

Dal profeta Isaia, capitolo 40o.    

                        

"Consolate, consolate il mio popolo,

dice il vostro Dio.

Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele

che è finita la sua schiavitù,

è stata scontata la sua iniquità,

perché ha ricevuto dalla mano del Signore

doppio castigo per tutti i suoi peccati".

Una voce grida:

"Nel deserto preparate la via al Signore,

appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.

Ogni valle sia colmata,

ogni monte e colle siano abbassati;

il terreno accidentato si trasformi in piano

e quello scosceso in pianura.

Allora si rivelerà la gloria del Signore

e ogni uomo la vedrà,

poiché la bocca del Signore ha parlato".

Una voce dice: "Grida"

e io rispondo: "Che dovrò gridare?".

Ogni uomo è come l'erba

e tutta la sua gloria è come un fiore del campo.

Secca l'erba, il fiore appassisce

quando il soffio del Signore spira su di essi.

Secca l'erba, appassisce il fiore,

ma la parola del nostro Dio dura sempre.

Veramente il popolo è come l'erba.

 

3

Dal profeta Isaia, capitolo 40o

                        

Sali su un alto monte,

tu che rechi liete notizie in Sion;

alza la voce con forza,

tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.

Alza la voce, non temere;

annunzia alle città di Giuda:

"Ecco il vostro Dio!

Ecco, il Signore Dio viene con potenza,

con il braccio egli detiene il dominio.

Ecco, egli ha con sé il premio

e i suoi trofei lo precedono.

Come un pastore egli fa pascolare il gregge

e con il suo braccio lo raduna;

porta gli agnellini sul petto

e conduce pian piano le pecore madri".

Svégliati, svégliati,

rivèstiti della tua magnificenza, Sion;

indossa le vesti più belle,

Gerusalemme, città santa;

perché mai più entrerà in te

il non circonciso né l'impuro.

Scuotiti la polvere, alzati,

Gerusalemme, schiava!

Sciogliti dal collo i legami,

schiava figlia di Sion!

Poiché dice il Signore:

            "Senza prezzo foste venduti

            e sarete riscattati senza denaro".

 

4

Dal profeta Isaia, capitolo 52o.

                               

Dice il Signore Dio: "In Egitto è sceso il mio popolo un tempo per abitarvi come straniero, poi l'Assiro senza motivo lo ha oppresso. Ora, che faccio io qui? - oracolo del Signore -.  Sì il mio popolo è stato deportato per nulla! I suoi dominatori trionfavano - oracolo del Signore - e sempre, tutti i giorni il mio nome è stato disprezzato. Pertanto il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: Eccomi qua".

Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero di lieti annunzi

che annunzia la pace,

messaggero di bene

che annunzia la salvezza,

che dice a Sion:

"Regna il tuo Dio".

Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,

insieme gridano di gioia,

poiché vedono con i loro occhi

il ritorno del Signore in Sion.

Prorompete insieme in canti di gioia,

rovine di Gerusalemme,

perché il Signore ha consolato il suo popolo,

ha riscattato Gerusalemme.

Il Signore ha snudato il suo santo braccio

davanti a tutti i popoli;

tutti i confini della terra vedranno

la salvezza del nostro Dio.


5

 

Dai Discorsi di san Leone Magno.

Homilia XXI,1-3. SC 22,66-74.

 

            Oggi è nato, miei cari, il nostro Salvatore: rallegriamocene! Non deve esserci posto per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita. È la vita che, eliminando ogni timore per la nostra condizione mortale, oggi ci ispira letizia per l'eternità che ci è stata promessa. Nessuno è escluso dal partecipare a questa gioia vivissima; tutti hanno anzi lo stesso motivo di comune letizia, perché il nostro Signore, lui che ha distrutto il peccato e la morte, come non ha trovato nessuno libero dalla colpa, così è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo perché è ormai vicino al premio, ma goda anche il peccatore perché è sollecitato al perdono e si rianimi il pagano perché è chiamato alla vita.

            Il Figlio di Dio, giunta la pienezza dei tempi quale era prevista nella profondità insondabile del disegno divino, assunse la natura che è propria del genere umano per riconciliarla con il suo autore; così l'inventore della morte, cioè il demonio, sarebbe stato vinto proprio con quella natura, che egli prima aveva vinto.

            Principio supremo in questa battaglia, che fu combattuta per noi, fu la giustizia nella sua più alta espressione giuridica, in quanto il Signore onnipotente si scontra con il nostro crudele nemico non nella sua maestà, ma nella nostra umiltà; a lui contrappone la stessa nostra sostanza e natura, partecipe quindi della nostra condizione mortale, anche se esente da qualsiasi peccato.

            Non si riferisce certo a questa nascita l'espressione che vale invece per tutti: Nessuno è immune da peccato, neppure il bambino, che non è vissuto che un giorno sulla terra.

 

6

 

            Viene prescelta una vergine di sangue reale, della stirpe di Davide; chiamata a portare in seno un frutto santo, ella avrebbe concepito nel suo spirito prima che nel suo corpo questa prole insieme umana e divina.

            E perché, ignorando il disegno del cielo, non si spaventi di fronte all'evento eccezionale, ella apprende dal colloquio con l'angelo quel che in lei avrebbe operato lo Spirito Santo. Perciò non teme nessun danno per la sua verginità, se di lì a poco diventerà la madre di Dio. Come potrebbe dubitare della novità del concepimento, se le viene promesso che esso avrà realizzazione per la virtù dell'Altissimo? Ella già crede, ma la sua fede trova conferma anche nella testimonianza di un precedente miracolo ed è l'inattesa fecondità di Elisabetta. Non c'era pertanto da dubitare che colui il quale aveva dato la facoltà di concepire a una donna sterile, l'avrebbe data anche a una vergine.

            Il Verbo di Dio, Dio e Figlio di Dio, il quale era in principio presso Dio, per mezzo del quale tutte le cose sono state create e senza il quale nulla è stato creato, si fece uomo per liberare l'uomo dalla morte eterna. Al fine di assumere la nostra umile condizione senza pregiudizio della sua maestà, egli si abbassò in modo tale che, rimanendo quel che era e prendendo quel che non era, unì la vera forma di schiavo a quella forma che lo fa uguale a Dio Padre; e collegò così intimamente l'una e l'altra natura, che la natura inferiore non fu affatto assorbita da questa glorificazione, come la superiore non fu diminuita da questa assunzione.

7

            Le proprietà specifiche dell'una e dell'altra sostanza rimangono salve e vengono a confluire in una stessa persona, per cui dalla maestà è assunta l'umiltà, dalla potenza la debolezza, dall'eternità la mortalità. Per pagare il debito gravante sulla nostra condizione, la natura inviolabile resta unita alla natura passibile in quanto il Dio vero e l'uomo vero si incontrano armoniosamente nell'unità del Signore.

            Avveniva così, conformemente alle esigenze della nostra salvezza, che il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, poteva sia morire in virtù di una natura, sia risorgere in virtù dell'altra natura.

            Era dunque giusto che il parto del Salvatore non apportasse nessuna corruzione all'integrità della Vergine: salvaguardia della sua purezza fu appunto la generazione di colui che è la Verità.

            Era conveniente, miei cari, che così nascesse Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, adeguandosi a noi con la sua umanità e insieme superandoci con la sua divinità. Se non fosse stato vero Dio, non ci avrebbe portato la salvezza; se non fosse stato vero uomo, non ci avrebbe dato l'esempio.

            Per questo alla nascita del Signore gli angeli esultando cantano: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e annunziano: Pace in terra agli uomini che egli ama. Essi vedono che la Gerusalemme celeste è un edificio formato da tutti i popoli del mondo: se per quest’opera ineffabile della bontà di Dio tanto si rallegrano gli angeli che sono creature eccellenti, quanto dovranno goderne gli uomini che sono creature umilissime?

 

8

 

            Dobbiamo ringraziare, cari fratelli, Dio Padre attraverso il suo Figlio e nello Spirito Santo, perché per la grande misericordia con cui ci ha amato, ha avuto compassione di noi e da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo, per divenire poi in lui una nuova creatura, da lui riplasmata. Spogliamoci dunque dell'uomo vecchio e delle sue azioni, e poiché siamo stati ammessi a partecipare alla nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne.

            Abbi coscienza, o cristiano, della tua dignità, e poiché sei divenuto compartecipe della natura divina, non devi più tornare, seguendo un indirizzo degenerante, alla vita mediocre e volgare di un tempo. Ricorda quale sia il capo, quale il corpo di cui sei membro. Tieni presente che, una volta strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nel regno di Dio, che è regno di luce. Con il sacramento del battesimo sei divenuto tempio dello Spirito Santo; perciò non devi mai cacciare da te un ospite così grande con le tue azioni cattive né sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio.Prezzo del tuo riscatto è il sangue di Cristo e questi, come ti ha redento secondo la sua misericordia, così ti giudicherà secondo verità. Egli regna con il Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

 

9

 

Inizio del vangelo secondo Matteo. 

                      

Genealogia di Gesù Cristo,

figlio di Davide, figlio di Abramo.

 

Dalle omelie di san Giovanni Crisostomo su questo vangelo.

In Mt. hom..II,2. PG 57, 25-26.

 

            Qui non si tratta della nascita celeste del Figlio di Dio, ma di quella che avvenne sulla terra, provata da migliaia di testimoni. Con la grazia che lo Spirito Santo mi darà, cercherò in qualche modo di parlarne.

            Infatti, questa nascita è sì terrena, ma non si lascia spiegare in tutta chiarezza perché racchiude un mistero tremendo. Quando ne senti parlare, non crederla cosa dappoco, risveglia, invece, la tua intelligenza e trema ascoltando che Dio è venuto sulla terra. È così incredibile questo prodigio che gli angeli riuniti in coro per esserne i testimoni, resero gloria a Dio a nome di tutta la terra.

            Gli stessi profeti, molto tempo prima, avevano esclamato ammirati: È apparso sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.

            Chi avrebbe potuto credere che il Dio indicibile, ineffabile, incomprensibile, eguale al Padre, sarebbe venuto a noi nel seno d'una vergine? Che avrebbe accondisceso a nascere da una donna, accettando di avere per antenati Davide e Abramo? Ma che dico? Non soltanto Davide e Abramo, ma addirittura le donne peccatrici che la genealogia menziona. Perciò, quando ascolti tali meraviglie, eleva l'anima tua e non credere che vi sia qui qualcosa di scontato.

            Invece la tua ammirazione toccherà il vertice all'annuncio che il Figlio di Dio - il suo vero Figlio - ha accettato di essere chiamato figlio di Davide, lui che è senza principio, per fare di te un figlio di Dio. Non rifiutò di avere per padre il suo schiavo, perché tu possa, tu schiavo, avere il tuo Signore per Padre.

            Quale esordio ha questo vangelo! Se non osi credere alla gloria che ti è promessa, fonda la tua fede sull'umiliazione di Gesù Cristo. Per la ragione umana un Dio che diviene uomo è un mistero ben più grande del fatto che un uomo possa divenire figlio di Dio.

 

10

 

Dal vangelo secondo Luca. 

                            

L'angelo disse ai pastori: "Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore"

.

Dai Discorsi di Elredo di Rievaulx.

Sermo II in Natale Domini.  PL 195,224-255.

 

            Prima della nascita di Cristo non c'era gioia se non nella speranza di questo giorno.

            Oggi invece vi viene detto: Non temete, amate! Non siate tristi, rallegratevi! Un angelo è disceso dal cielo per annunziarvi una gioia grande. Rallegratevi per voi, rallegratevi anche per gli altri, perché questa gioia non è per voi soli, ma per tutto il popolo.

            Che gioia immensa, capace di riempire il cuore di dolcezza! Che gioia amabile! Finora voi eravate nella tristezza, perché eravate morti; ora invece siete nella gioia, perché la vita è venuta fino a voi per farvi vivere. Eravate nella tristezza a causa delle tenebre della vostra cecità, ma ora rallegratevi, perché spunta nelle tenebre una luce per i giusti.

            Eravate nella tristezza a causa della vostra miseria, ma ora vi è nato il Misericordioso, il Compassionevole, per darvi accesso alla felicità. Eravate nella tristezza perché la montagna dei vostri peccati gravava su di voi, ma ora rallegratevi perché vi è nato un Salvatore che salverà il suo popolo dai suoi peccati. Ecco la gioia che ci ha annunziato l'angelo: Oggi vi è nato un salvatore. Voi finora avete avuto timore di colui che vi ha creato, ma ora amate colui che vi ha guarito. Voi avete finora temuto colui che è vostro giudice, amate ora il vostro salvatore.

            Oggi vi è nato un salvatore, annunzia l'angelo. Chi è, quale è? Ascoltate: È il Cristo Signore. Crisma in greco significa unzione. Egli è il Cristo, perché è l'Unto di Dio. Il salvatore viene come Cristo, viene a portare un'unzione santa.

            Egli esce come sposo dalla stanza nuziale; avanza con il capo unto, per meglio piacere alla sua sposa. Ma come ha ricevuto l'unzione? Ascoltate: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali. Le tue vesti sono tutte mirra, aloe e cassia. Ecco la Pietra oggi si presenta a noi consacrata con un'unzione di letizia. Sì, di letizia, come un prode sulla sua via. Egli esulta e corre. Per primo ci dà l'esempio di quello che ci ha comandato mediante l'Apostolo: Agite non con tristezza per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.

 

11

 

Dal vangelo secondo Luca.

                                   

I pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".

 

Dalle Omelie di Beda il Venerabile.

Homilia VI, In aurora Nativitatis Domini.  PL 94,35-36.

 

            I pastori con grande gioia si affrettarono ad andare a vedere quello che avevano ascoltato; poiché cercavano con cuore ardente, meritarono di trovare subito il Salvatore che avevano cercato. Così, sia con le parole sia con i fatti dimostrarono con quale impegno dell'anima i pastori delle pecore spirituali, anzi tutti i fedeli, debbano cercare Cristo.

            Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento. Andiamo anche noi, fratelli, col pensiero fino a Betlemme, la città di Davide; meditiamo che in essa il Verbo si è fatto carne; celebriamo la sua incarnazione con degni onori.

            Dopo aver scacciato le passioni terrene con tutto l'impegno dell'anima, andiamo alla Betlemme di lassù, alla casa del pane vivo, non fatta da mani di uomo, ma eterna in cielo. Meditiamo con amore che il Verbo ora è asceso là con la carne e là siede alla destra del Padre. Seguiamolo fino a quelle altezze con tutto l'ardore di una vita santa; mediante l'attenta disciplina del cuore e del corpo rendiamoci atti a contemplare sul trono del Padre colui che i pastori videro vagire nella mangiatoia.

            "Vediamo - essi dicevano -   questa parola che è stata creata". Che pura e santa confessione di fede! In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo Verbo è nato dal Padre, non è stato creato, perché Dio non è creatura. Secondo tale nascita divina non poteva essere visto dagli uomini, e per poter essere visto il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

            "Andiamo a vedere - dicono i pastori - questa parola che Dio ha fatto, poiché non potemmo vederla prima che fosse fatta. Il Signore l'ha fatta e ce l'ha manifestata: l'ha fatta incarnare e così ce l'ha resa visibile".

            Andarono senzindugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. I pastori andarono in fretta e trovarono Dio nato uomo insieme con i ministri della sua nascita.

            Affrettiamoci anche noi, fratelli miei, non coi passi dei piedi ma con l'avanzare nel bene; contempleremo la sua umanità glorificata insieme con i suoi ministri ricompensati con giusta mercede del loro servizio. Affrettiamoci a vedere il Signore, che risplende nella divina maestà, sua e del Padre.

            Affrettiamoci, dico: non dobbiamo cercare tanta beatitudine nella pigrizia e nel torpore, ma dobbiamo seguire le orme di Cristo con alacrità.

 

12

 

Dal vangelo secondo Giovanni.

                         

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Dai Trattati di sant'Agostino sul vangelo di Giovanni.

In Io,Tr. II,15-16. PL 35, 1395-1396.

 

            Quelli che credono nel suo nome, non da sangue, da volere di carne, da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

            Perché gli uomini nascessero da Dio, prima Dio è nato dagli uomini. Cristo è Dio, e Cristo è nato dagli uomini. Ha dovuto cercare in terra soltanto una madre, poiché il Padre lo aveva già, in cielo: è nato da Dio colui per mezzo del quale noi fummo creati, è nato da una donna colui per mezzo del quale noi dovevamo essere ricreati.

            Non ti meravigliare, o uomo, se diventi figlio per grazia, poiché nasci da Dio secondo il suo Verbo. Il Verbo è voluto nascere dall'uomo, lo ha fatto, perchè mi considerava talmente importante da rendermi immortale, nascendo lui come mortale per me! Perciò l'evangelista, dopo aver detto: Da Dio sono stati generati, prevedendo lo stupore, lo sgomento anzi, che una simile grazia avrebbe suscitato in noi, tale da farci sembrare incredibile che degli uomini siano nati da Dio, subito aggiunge come per rassicurarci: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Ti meravigli ancora che uomini nascano da Dio? Ecco che Dio stesso è nato dagli uomini.

            Poiché il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, con la sua nascita ci ha procurato il collirio con cui ripulire gli occhi del nostro cuore, onde potessimo, attraverso la sua umiltà, vedere la sua maestà. Per questo si è incarnato ed è venuto sulla terra. Ha guarito i nostri occhi.

            Come prosegue l'evangelista? E noi vedemmo la sua gloria. Nessuno avrebbe potuto vedere la sua gloria, se prima non fosse stato guarito dall'umiltà della carne. E perché non potevamo vederla? Polvere e terra erano penetrate nell'occhio dell'uomo e lo avevano ferito,   tanto che non poteva più guardare la luce. Quest'occhio infermo viene medicato; era stato ferito dalla terra, e terra viene usata per guarirlo. Il collirio, come ogni altro medicamento, non è in fondo che terra. Sei stato accecato dalla polvere, e con la polvere sarai guarito; la carne ti aveva accecato, la carne ti guarisce. L'anima era diventata carnale, consentendo ai desideri istintivi da cui l'occhio del cuore era stato accecato.

            Il Verbo si fece carne: questo medico ti ha procurato il collirio. E poiché egli è venuto in maniera tale da estinguere con la carne i vizi della carne, e con la sua morte uccidere la morte, proprio così, grazie all'effetto che in te ha prodotto il Verbo fatto carne, tu puoi dire: E noi vedemmo la sua gloria.

            Quale gloria? Forse la gloria d'essere figlio dell'uomo? Ma questa per lui è piuttosto un'umiliazione. Fin dove è giunto, quindi lo sguardo dell'uomo, guarito per mezzo della carne? E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.


 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Anno C

 

Tempo di Natale

 Natale del Signore

 

1

 

Dai Discorsi di Anfilochio.

Oratio I in Natalitia magni Dei et Salvatoris nostri Iesu Christi.

PG 39, 35-42.

 

Contemplate questo scintillante prato spirituale, policroma bellezza di fiori celesti, olezzante dei profumi incorrotti degli apostoli. Esso è davvero l'immagine del paradiso di Dio. Il giardino di cui parliamo è ornato di alberi immarcescibili, di frutti immortali e di miriadi d'altre bellezze supersplendide, che risuonano come coro purissimo.

Qual è questo prato spirituale? E' la Chiesa, assemblea tutta santa e divina, illuminata da arcani misteri spirituali.

Di questi misteri la nascita di Cristo, il nostro vero Dio che oggi festeggiamo, è sponda inviolabile, fondamento irremovibile, l'inizio della salvezza e il suo augustissimo vertice.

Questo mistero fu profetizzato simbolicamente nei tempi antichi e poi fu annunziato al mondo intero nei tempi nuovi.

Nasce il Salvatore e la forza della corruzione è schiacciata, cessa il pestifero culto del male. Cristo viene e i vizi umani sono stroncati, mentre la vita si rinnova acquistando forza angelica. In questo giorno il cielo si spalanca, la terra è elevata alle altezze divine. Il paradiso è donato agli uomini e il potere della morte è abolito. I demoni che vagavano per la terra sono messi in fuga, la sapienza di Dio e la venuta purissima del Signore sono svelate. Infatti, non un inviato, né un angelo, ma Dio stesso verrà e ci salverà. (Cf Is 63,9).

 

2

 

Indicibile ricchezza portata a noi da Dio! Inenarrabile scienza dei misteri della sapienza! Tesoro indistruttibile dei doni immutabili di Dio e grazia immensa dell'amore divino!

Isaia annunzia: Il Signore stesso verrà e ci salverà. 0 beato profeta, in che modo preannunzi che il Signore verrà a noi?

Adesso ti parlerò liberamente come se tu fossi uno degli antichi. Quei padri venerarono questa lodatissima celebrazione, eppure non poterono sperimentare l'inaudito purissimo parto della Vergine; non conobbero l'esultanza degli angeli, non udirono le voci divine che acclamando verso i santi pastori, annunziavano pieni di letizia il beato Salvatore. Neppure contemplarono i doni dei Magi e la loro adorazione di Dio.

Immedesimandomi dunque con il pensiero degli antichi, ti interrogherò, o profeta: Come venne in terra il Signore?

La profezia del suo avvento aveva giustamente impressionato gli antichi e per poco la paura non fu tale da sconvolgerli. Non potevano capire come un Dio immortale potesse venire ad unirsi con uomini materiali; come l'essere impalpabile si abbassasse al livello degli esseri sensibili; come l'essere invisibile si unisse a quelli visibili.

 

3

 

Mettendomi sempre al posto degli antichi, mi domando come essi si immaginavano la venuta del Signore. Alcuni credevano che sarebbe apparso servendosi di una forma angelica, come aveva fatto precedentemente con Abramo (Cf Gn 17,1); oppure servendosi di nuovo del fuoco in un roveto, come aveva fatto con Mosè (Cf Es 3,2), oppure rivestendo le spoglie dei serafini, come apparve ad Isaia (Cf Is 6,2),  o nelle spoglie dei cherubini, come si mostrò a Ezechiele (Cf Ez 10). Tutti questi personaggi infatti testimoniarono di aver veduto Dio sotto una di tali forme. Chi di loro fu ritenuto degno di vedere Dio? Chiaramente nessuno!

La venuta di Dio sarebbe stata un'altra apparizione? Il profeta Baruch ci dice: La sapienza apparirà sulla terra e vivrà fra gli uomini (Cf Bar 3,38). Finora si trattava sempre di visioni, non di venuta. Invece questa profezia parla di venuta e non più di visione. In che modo dunque si avvererà l'oracolo che dice: Il Signore verrà e ci salverà?. Domandiamo ancora al profeta: Come può assumere una forma Colui che è di là da ogni forma? Come l'Immutabile potrà trasferirsi dalla sede celeste sulla terra?

Ecco come risponderebbe l'uomo di Dio: Perché continuate a indagare con inutile curiosità? Un'altra profezia vi fu già data, l'avete dimenticata? Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7,14), che significa "Dio con noi".

 

4

 

Non avete forse udito che sta scritto: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: "Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre. Principe della pace"?( Is 9,5).

Queste frasi indicano appunto come Dio viene a noi Una vergine tutta pura concepirà corporalmente la Luce che non conosce ombra né macchia. Il santissimo Verbo di Dio deve abbassarsi fino alla nostra carne, perché con l'Incarnazione rinnovi tutte le creature. Queste, opera della Divinità incorporea, erano invecchiate, quasi morte a causa del peccato. Il Dio che si incarna si assimilerà alla nostra natura peccatrice e ci renderà puri.

Dopo tali parole del profeta, esclameremo anche noi: O Fanciullo più antico del cielo! O Figlio tre volte santo, vieni portando sulle spalle il potere, perché non puoi riceverlo da altri. Per la tua natura di Verbo regni su tutto il creato come un figlio; nulla ti è estraneo della creazione, perché sei anche tu creatura.

Sta scritto: Sulle sue spalle è il segno della sovranità. Sei davvero l'erede di un grande Nome! Sei detto: Consigliere ammirabile, Dio potente. La tua è una forza onnipotente! Tu sei il Principe della pace.

 

5

 

Come celebreremo la festa odierna? Come lodare degnamente questa solennità così misteriosa? Chi potrà misurare le immortali ricchezze che racchiude? Con quali accenti grandiosi proclameremo questo mistero immortale?

E' un giorno che va celebrato da canti senza fine, perché oggi è spuntata una stella per noi da Giacobbe e un uomo celeste è apparso da Israele. In questo giorno è venuto a noi il Dio forte e il Sole di giustizia ci ha coperti col suo splendore, così che il tesoro delle virtù divine si è spalancato per gli uomini ed è germogliata la pianta della vita eterna. La Luce che sorge da oriente ha brillato in alto, il Signore del cielo e della terra è venuto nel mondo corrotto per salvarci, egli è nato oggi dal grembo della Vergine.

Oggi infatti ci è nato il Salvatore, ( Cf Lc 2,11) è il Messia, il Signore, la luce delle genti (Cf Lc 2,32). Che miracolo! Colui che il cielo non può contenere giace in una mangiatoia come un piccino.

6

 

Il vangelo attesta: Mentre si trovavano a Betlemme, si compirono per Maria i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo (Lc 2,6-7).

Che cos'è questa nuova stupenda dottrina? Che cos'è questa bontà della divina Provvidenza che onnipotente si fa corruttibile? Qual è questo abile e sapiente stratagemma contro Satana? Quel mondo che un giorno era caduto in balía del peccato a causa di una vergine, viene ora rimesso in libertà grazie alla Vergine. Questa nascita verginale ha precipitato le schiere potenti e invisibili dei demóni nel tartaro.

Il Signore ha preso la forma di schiavo affinché noi - gli schiavi - tornassimo di nuovo ad essere divinizzati.

O Betlemme, città santificata e divenuta comune eredità degli uomini. O presepe, reso compartecipe dell'onore dei cherubini e dei serafini! Colui che dall'eternità è sollevato divinamente sopra quei troni, ora riposa corporalmente in te.

 

7

 

O Maria, che hai avuto come primogenito il Creatore di tutte le cose. O umanità! Il Verbo di Dio ha rivestito la tua sostanza corporea e sotto questo aspetto ti ha preferita alle potenze celesti.

Cristo non ha voluto rivestirsi della forma degli arcangeli né delle figure immateriali dei principati, delle virtù e delle potestà. Ha voluto rivestire te, umanità decaduta e divenuta simile alla forma degli animali bruti.

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (Lc 5,31).  La nostra natura, tormentata da mali funesti, ottenne un così grande medico per eliminare il proprio malanno e godere di una guarigione migliore della buona salute.

Ma dov'è ora quel dragone ostile e insensato? Lui che, maledetto ed esecrabile, si vantava di innalzare il suo trono più alto dei cieli?

 

8

 

Fratelli, abbiamo dunque in comune una vocazione celeste, siamo chiamati all'adozione divina, ad essere fratelli di Cristo. Rendiamo grazie a Colui che ci ha rivolto tale invito. Diventiamo degni di lui che si è fatto nostro fratello e ci ha ammessi come figli adottivi presso il Padre.

Serviamolo volentieri, con amore, pronti a compiere ogni giustizia. Orniamoci di purezza, coltiviamo la povertà, siamo perseveranti nella Parola di Dio e negli inni sacri della liturgia.

Convertiamoci da questo secolo, dimentichi delle bramosie terrene e mortali; vinciamo il male con il bene, non rendiamo a nessuno male per male. 

Non pensiamo che la nostra dimora sia sulla terra, perché siamo già concittadini del cielo. Insieme con gli angeli circondiamo il trono del Re celeste.

Sono questi gli insegnamenti degli apostoli. Sono questi i termini dell'alleanza eterna che Cristo ha concluso con noi.

 

9

 

Dal vangelo secondo Matteo.

1,1-16

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe.

Dai “Discorsi” di Luigi di Granada.

Natividad de Ntra.Sra. Sermon IL

Sermones, P.B.Lopez,Madrid,1790,t. 13, pp.311.313.

Dio aveva promesso ad Abramo e a Davide che il Salvatore del mondo sarebbe nato dalla loro discendenza: occorreva perciò che quella genealogia fosse trasmessa in termini esatti, perché potessimo riconoscere la fedeltà di Dio e la verità delle sue parole.

In questa vita, la stabilità della Parola di Dio e la verità delle sue promesse sono per noi il rifugio più sicuro. Il Signore lo attesta in modo solenne sia nel vangelo di questo giorno sia in molti altri passi della Scrittura. Ciò non deve stupirci: molto più della sua gloria gli sta a cuore la nostra salvezza, alla quale egli dedica una sollecitudine davvero di Padre.

Questa genealogia di Gesù Cristo fa balzare in primo piano l'immensa bontà di Dio. Per amor nostro egli si è degnato abbassare la sua maestà infinita fino a voler prendere una carne mortale, al termine di una stirpe di antenati di cui parecchi furono degli svergognati, degli infedeli e dei sacrileghi. Le uniche donne menzionate in questo quadro delle origini di Gesù sono peccatrici o discendono da famiglie idolatre. Si tratta di Rut la moabita, di Tamar l'incestuosa e di Betsabea, la moglie di Uria.

Ecco la condiscendenza, la tenera compassione che Dio ha manifestato per salvarci, lui che non si vergogna di tali antenati.

 

10

 

Dal vangelo secondo Luca.

2,1-14

L'angelo disse ai pastori: Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

Dall'Omelia di Paolo VI per la notte di Natale del 1977.

AAS, 70(1978)14-15.

Superando in un dono d'incomparabile amore ogni distanza, la prossimità, la vicinanza di Cristo-Dio fatto uomo ci mostra ch'egli è con noi. E' apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini (Tt 2, 11).

Fratelli, uomini tutti! Che cosa è il Natale, se non questo avvenimento storico, cosmico, estremamente comunitario, perché rivolto a proporzioni universali, ed insieme incomparabilmente intimo e personale per ciascuno di noi? Il Verbo eterno di Dio, in virtù del quale noi già viviamo della nostra esistenza naturale, è appunto in cerca di noi. Lui eterno si è inserito nel tempo. Lui infinito si è quasi annientato assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana (Fil 2,7).

I nostri orecchi sono - ahimè - abituati a un simile messaggio e i nostri cuori sordi a simile chiamata, una chiamata d'amore. Così Dio ha amato il mondo. Anzi, siamo precisi, ognuno di noi può dire con san Paolo: Egli mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20). Il Natale è questo arrivo del Verbo di Dio fatto uomo fra noi. Ciascuno può dire: per me! Il Natale è questo prodigio. Il Natale è questa meraviglia. Il Natale è questa gioia. Ritornano alle labbra le parole di Pascal: Gioia, gioia: pianti di gioia!

Oh! Che davvero questa celebrazione notturna del Natale di Cristo sia per noi tutti, sia per la Chiesa intera, sia per il mondo una rinnovata rivelazione del mistero ineffabile dell'Incarnazione, una sorgente d'inestinguibile felicità. Amen.

 

 

Dal vangelo secondo Luca.

2,15-20

I pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia.

Dalle Omelie di Origene su questo vangelo.

Comm. in Lc.,Hom.13,1-3;fragm.39. Hom.12,1-2;fragm.38. Hom.13,13; fragm.40. SC 87,489.491.493.  

Alla nascita di Gesù le potenze celesti che lo esaltavano nel seno del Padre nell'alto dei cieli, cantano oggi le sue lodi sulla terra: Pace sulla terra agli uomini che egli ama. Infatti il cielo e la terra stavano per unirsi tra loro e gli uomini stavano per rendere grazie a colui che portava loro la pace e li riconciliava con Dio.

Il mistero esaltato dal cantico degli angeli viene rivelato prima di tutto ai pastori, che simboleggiano i futuri pastori della Chiesa. Sono i primi ad ascoltare l'annuncio di pace, dato che dovevano trasmetterlo a tutta la Chiesa. La presenza dei pastori e la gioia loro arrecata da questa rivelazione sono trasparenti allusioni al Buon Pastore venuto a cercare la pecora smarrita. Nulla rallegra tanto un pastore quanto il ritrovare la pecorella perduta. Questa missione appartiene per eccellenza a Cristo, il pastore supremo (1 Pt 5,4).

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme". O simbolo di un mistero degno di Dio: Betlemme significa "casa del pane". Verso quale luogo i pastori potevano affrettarsi dopo l'annunzio della pace, se non verso la casa spirituale del pane celeste? Chi è questo pane se non Cristo e questa casa se non la Chiesa? Qui ogni giorno il pane disceso dal cielo (Gv 6,51) che dà la vita al mondo, è distribuito misticamente in sacrificio.

Cristo stesso ci dice nel vangelo che egli è il pane vivo, disceso dal cielo e offerto per la vita de1 mondo.

 

12

 

Dal vangelo secondo Giovanni 

1,1-14

 

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Dai Discorsi di sant'Agostino.

Sermo 119,5-6. PL 38,675.

 

Su questo mistero nessuno si lasci andare a quei pensieri che sono il prodotto della grettezza o dell'insufficienza dell'animo umano.

Guardiamoci bene dal dire: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio , ed ecco che il Verbo si è incarnato ed è venuto a mettere la sua tenda fra di noi. Non è possibile!

Ascoltate allora come ciò avvenne: A quanti l'hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome. Coloro ai quali è stato conferito un tale potere non credano impossibile di divenire figli di Dio!

Il Verbo si è fatto carne per questo, e per questo venne ad abitare in mezzo a noi. Può stupire che possiate divenire figli di Dio, dal momento che per voi il Figlio di Dio è diventato Figlio dell'uomo?

Se egli ha assunto una condizione inferiore alla sua, non potrà costituirci in uno stato superiore a quello che il nostro?

E' sceso verso di noi e non potrà elevarci verso di lui?

Si è rivestito della nostra mortalità per amor nostro, e non potrà rivestirci della sua immortalità?

Ha sofferto i nostri mali, e non potrà donarci i suoi beni?

Forse mi obietterai: Il Verbo di Dio, che regge l'universo, dal quale tutto fu creato e ancora lo è, come poté rimpicciolirsi fino a rinchiudersi nel grembo di una vergine? Come poté lasciare l'universo angelico per penetrare nel corpo di una donna?

Questo modo di parlare attesta una totale incomprensione della realtà di Dio.

Ti parlo del Verbo di Dio, o uomo, ti parlo dell'onnipotenza del Verbo di Dio!

Impara che il Verbo di Dio poté tutto questo; lui, l'onnipotente, poteva ad un tempo rimanere presso il Padre e venire da noi, rivestirsi di carne ai nostri occhi e nello stesso tempo rimanere nascosto nel Padre.

Non pensare neppure che se non fosse nato, non sarebbe neppure stato. Egli era prima del corpo che ha assunto; lui si è creato sua madre, ha scelto colei che l'avrebbe concepito, ha formato colei che doveva formarlo.

Se tali meraviglie ti sorprèndono, ricordati che ti parlo di Dio, perché il Verbo era Dio.

 

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