Architettura delle certose

 

 

 

Tutte le certose che si sono costruite nel corso dei nove secoli di storia certosina hanno, generalmente, una medesima struttura fondamentale: per i padri, un raggruppamento di piccole casette chiamate «celle», il più possibile discoste dall'appartamento dei Fratelli, il cui ritmo di vita è alquanto differente e meno solitario di quello dei monaci del chiostro; e per questi ultimi che, per il genere delle loro occupazioni, trascorrono molto del loro tempo al di fuori delle celle, un alloggio separato, con una o due stanze per ciascuno.

Il centro della casa, dal punto di vista funzionale, è il grande chiostro: a Serra è un grande quadrilatero con oltre sessanta metri per lato. Il chiostro è generalmente aperto e sostenuto da colonne nei paesi caldi, chiuso con aperture di finestre nei paesi a clima freddo. La sua funzione principale è di consentire di recarsi, al riparo delle intemperie, nei luoghi di vita comune.

Attorno al grande chiostro sono situate le celle dei Padri, le cui porte s'affacciano, ad intervalli regolari, lungo i suoi corridoi . Le casette o celle possono raggiungere un numero che va da un minimo di dodici ad un massimo di trenta. Il chiostro si apre di solito agli ambienti della vita comunitaria (chiesa, sala del capitolo, refettorio, biblioteca, dispensa, cucina), e al suo interno trova posto il piccolo cimitero della comunità.

La clausura del monastero ha lo scopo di proteggere un luogo di solitudine e di silenzio perché l’ascolto del cuore possa affinarsi e purificarsi. Essa può disturbare la sensibilità di chi ne resta al di fuori, perché per comprenderla bisogna considerarla, in spirito, dal di dentro.

All’interno della clausura del monastero troviamo poi, per ogni monaco, una nuova clausura, quella della sua cella, da cui il solitario non esce se non per le occasioni previste dalla regola.

L’ultima clausura è quella del suo cuore, la sola che dà senso alle altre, che hanno appunto lo scopo di proteggerla.